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Dopo il vertice del centrodestra tra Berlusconi, Salvini e Meloni
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'Repetita juvant' o 'non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire'. Luoghi comuni, frasi fatte, saggezza popolare. In base al loro utilizzo, si può dare un senso negativo o positivo ai termini. Il governatore della Liguria Giovanni Toti, a margine della conferenza "Infrastrutture e Olimpiadi" al Palazzo delle Stelline a Milano, ha confermato quanto ha ripetuto in ogni conferenza stampa o dichiarazione a margine di eventi da almeno due mesi a questa parte: "Ho già chiarito che io sarò candidato in Liguria alle prossime Regionali, non ho altro da dire ai miei partner di coalizione".

Parole chiare, destinatari certi.
Il governatore ligure e fondatore del movimento 'Cambiamo!' ha risposto (ancora una volta) così a chi gli ha chiesto se si aspettava un invito al vertice del centrodestra previsto a Milano. "No, francamente no. Ero, a proposito di infrastrutture, a occuparmi del rifacimento della Via dell'amore, alle Cinque Terre, un simbolo del nostro Paese, chiusa dal 2012. Siccome nel centrodestra non si discuteva di infrastrutture ma di Regionali e, siccome ho già chiarito che io sarò candidato in Liguria alle prossime, non avevo granché di altro da dire ai miei partner di coalizione. Di questa cosa abbiamo già discusso a lungo in Liguria con Matteo Salvini e con tutti gli altri".

I numeri di 'Cambiamo!' variano di sondaggio in sondaggio, è presto per fissare un effettivo valore nazionale. "Non temo di scomparire e sono anche piuttosto visibile e ben piazzato. Temo, invece, che scompaia il polo moderato all'interno del centrodestra, visto che abbiamo perso milioni di voti negli ultimi dieci anni e non si e' mai invertito il trend", ha detto Toti. "In questo senso, noi cercheremo di dare il nostro contributo con il nostro piccolo movimento che speriamo cresca. Ma mi sembra che, se da una parte c'è la speranza di allargarsi verso altri mondi, Forza Italia, se non cambia rotta, è destinata ad asciugarsi ancora di più, a dimagrire oltre la soglia della presenza politica".

Sul tema delle infrastrutture arriva l'appello-affondo al ministro De Micheli, titolare del Mit. La Gronda di Genova "la aspettiamo da 15 anni, speriamo che il nuovo ministro firmi senza nessun indugio". A chi gli ha chiesto se con il nuovo ministro Paola De Micheli sia cambiato qualcosa sul fronte delle grandi opere, il governatore ligure ha risposto: "Spero di sì, temo di no. Il nuovo ministro ha detto che è favorevole alle grandi infrastrutture ma ha detto anche che vuole un tavolo per rivedere quei progetti. Vuol dire perdere altri 4-5 anni. Un Paese che ci mette oltre vent'anni a costruire un'idea di infrastruttura prima di aver aperto un cantiere non è un Paese all'altezza del mondo".