cronaca

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Cinquant’anni fa nasceva la banda 22 Ottobre. Era il 1969, anno per certi aspetti, indimenticabile. Il 21 luglio il primo uomo aveva messo i piedi sulla Luna, uno studente ribelle Jan Palach si dava fuoco in Cecoslovacchia, De Gaulle veniva mandato a casa, Gheddafi prendeva il potere in Libia. In Italia tirava aria di golpe di destra. Il 12 dicembre a Milano una bomba faceva strage nella Banca dell’Agricoltura.


A Genova i “camillini” contestavano il cardinal Siri e si spegneva padre Umile in una villa a Coronata. Mentre scoppiava il caso delle bandiere ombra sulle navi, in una notte buia e tempestosa veniva abbattuta in vico della Gatta Mora la casa dove era nato Niccolò Paganini.
Ma il 22 ottobre darà anche il nome a quella organizzazione armata che diventerà il preambolo all’epoca tragica delle Brigate rosse , con l’omicidio di Alessandro Floris, due anni dopo nel marzo del ‘71 . Era il fattorino dell’Istituto autonomo delle case popolari e nel tentativo maldestro di rubargli una borsa piena di soldi sulla scala che unisce via Bernardo Castello all’ospedale Galliera, fu ucciso. La scena è immortalata dalla drammatica fotografia che scattò per caso Ilio Galletta: Mario Rossi fondatore della 22 Ottobre, tende il braccio che impugna una P38 e spara contro Floris caduto a terra. Lo uccide. Verrà dimostrato in seguito che il proiettile era stato deviato dal terreno, Rossi dirà che voleva solo colpirlo alla gamba.
La banda 22 ottobre ha un nome “inventato”. Loro non avevano nomi. 22 ottobre era la data di un biglietto ferroviario che fu trovato nelle tasche di Rossi il giorno dell’arresto.

Ma quella data a Genova segna un inizio. Ci fu nel 1970 il sequestro di Sergio Gadolla sempre opera di questa organizzazione. Ci furono gli arresti di tutti i componenti della banda,alcuni presi poco dopo l’omicidio Floris , altri in seguito, ci furono i processi e le condanne. Poi, anni dopo, le Br e l’inizio degli anni di piombo che massacrarono Genova con assassinii e gambizzazioni.
Donatella Alfonso, giornalista e saggista, ha raccontato tutto questo andando a intervistare i protagonisti. Uno dopo l’altro. Nei luoghi dove sono andati a vivere e a lavorare dopo il carcere . Il libro uscito nel 2012 riappare in libreria in una rinnovata edizione il prossimo 31 ottobre. Con lo stesso titolo “Animali di periferia” (edito da Castelvecchi) . Con alcune pagine nuove. Il trascorrere di questi cinquant’anni, il ritrovamento della Lambretta celeste che fu usata per l’assalto, proprietà di un signore di Albaro al quale era stata rubata per fare la rapina, e poi donata al museo nazionale della polizia dove è conservata anche la Renault R4 rossa, terribile tomba di Aldo Moro. E un confronto a distanza tra Mario Rossi e Guido Rossa, due “comunisti”, partiti dalla stessa ideologia politica eppure così diversi, uno sceglie la lotta armata l’altro si gioca la vita per combattere a viso aperto contro il terrorismo.
Ho spesso la sensazione che gli anni di piombo e soprattutto quelli che hanno preceduto la stagione di sangue della fine degli anni Settanta siano stati rimossi.
Questo saggio ora rinnovato serve a leggere un pezzo di storia di Genova per a provare a capirlo.

Ritorneremo su questo argomento anche a Primocanale. Fra poche settimane, infatti, ripartiranno le puntate di “Terza”, la trasmissione che voluta dall’associazione A Compagna proprio per rileggere la nostra storia e la nostra cultura. Nell’edizione di quest’anno dal titolo “Le storie di Genova” proveremo a raccontare alcuni fatti della nostra città dal 1939 a oggi. E una consistente parte del programma sarà dedicata proprio al periodo 1970-1983. Prima, durante e dopo quegli anni drammatici.
Vale la pena di rifletterci.