Si chiama “crocierite” e, interrogando chi ne è afflitto, si scopre essere una patologia tanto incurabile quanto piacevole. Affligge, in modo più o meno marcato, milioni di persone e regala a questo specifico settore una ineguagliata floridezza economica. Una situazione che si riflette nella costruzione di nuove navi e nei piani di crescita di aziende come Msc, che vara transatlantici a getto continuo.
L’ultimo in ordine di tempo è Grandiosa, un gigante da 181mila tonnellate, lungo 331 metri, largo 43, capace di ospitare più di seimila passeggeri: non tutti a bordo prenderanno la “crocierite” ma correranno il rischio.
Perché la crociera è un piacere strano, porta l’individuo in una specie di mondo parallelo che si lascia, alla fine del viaggio, con un certo disappunto. Una volta ridiscesa la scaletta inizia una malinconia che si emenda solo, temporaneamente, con una nuova partenza. E via così, ad libitum.
Nei tre giorni che ho passato su Grandiosa ho preso la “crocierite”? Non so dirlo, forse no. Eppure anche in una crociera “di lavoro”, passata a intervistare comandanti e mozzi, musicisti e maggiordomi, ho capito che cosa rende speciale una vacanza così.
La crociera è un micromondo (neanche tanto micro, viste le dimensioni di questa nave), con i suoi tempi, i suoi riti e i suoi luoghi. Su Grandiosa, come sulla sorella Bellissima che avevo già avuto occasione di visitare, il centro di tutto è la stupenda “galleria”, una promenade che collega la piazza centrale al teatro: qui si passeggia come in una acquatica Montenapoleone, tra gelaterie, caffè e boutique di lusso.
C’è poi il rapporto con il cibo che sulle navi da crociera deve essere gestito con oculatezza, per non tornare a casa più tondi di un salvagente: su Grandiosa ci sono undici ristoranti, per la maggior parte dei passeggeri è quasi impossibile provarli tutti. Io provo una certa predilezione per il Marketplace Buffet, perché i piatti a selfservice allineati uno dopo l’altro sono una festa per gli occhi, ma per la sera è molto meglio scegliere un posto a sedere un po’ più sofisticato.
Ecco un altro punto forte della crociera, l’eleganza. Ok, io sono fissato sull’argomento ma sulla nave il piacere di abbigliarsi con cura almeno per la cena sembra contagiare tutti. Signore in lungo, uomini in giacca scura, camerieri educatissimi, in divisa: siamo quasi nel 2020 e, fa piacere constatarlo, qui nessuno dice “tanto è lo stesso”.
Sempre in riferimento al cibo, ho avuto il privilegio (con un gruppetto di giornalisti e manager spagnoli) di assaggiare i celeberrimi spaghetti alla Nerano: non so se vi sarà possibile assaggiarli nella vostra prossima crociera, provate a chiedere a nome mio. Alla peggio non vi resta che aspettare lo speciale che Primocanale realizzerà dopo il varo di Amburgo (questo sabato): dedicheremo parecchio spazio a quel piatto di pasta che ha fatto strabuzzare gli occhi agli stranieri e inorgoglire i campani.
Sulla nave ci sono poi le cabine: nel decidere il budget per la crociera non sottovalutate questo aspetto. Gli ordini sono grossomodo tre: interne, esterne con oblò e cabine con balcone. Le prime sono pochissime e ben poco ambite: andare in crociera senza vedere il mare non è affatto una buona idea, sebbene il prezzo sia ovviamente più conveniente. Le seconde sono un accettabile compromesso al ribasso, le terze sono l’ideale. Se poi il denaro non fosse un problema si può anche giocare con la fantasia: su Grandiosa c’è un gruppo di cabine (a prua) che consente quella che Msc chiama “Esperienza Aurea”. Una, in particolare, è quella forse più spettacolare della nave: armadio e salotto al piano inferiore, letto matrimoniale, bagno e guardaroba al piano di sopra. All’esterno un amplissimo balcone con una vasca idromassaggio che osserva l’orizzonte.
E poi c’è lo Yacht Club, l’area che Leonardo Massa, country manager di Msc, definisce a “sei stelle”: si accede con la propria carta magnetica, si è accolti da una signorina con un meraviglioso sorriso e si è accompagnati nella propria suite da un maggiordomo in livrea che si occuperà del nostro benessere per tutta la crociera.
In questa zona ci sono anche bar e ristoranti privati e una meravigliosa piscina, tutti rivolti verso prua: si guarda il mare come se si fosse sul ponte di comando. Uno spettacolo.
La particolarità dello Yacht Club è che i passeggeri di quest’area possono mescolarsi a piacimento al resto della nave oppure, se lo desiderano, possono rintanarsi in quest’oasi di pace, elegante e prestigiosa. Forse un po’ snob ma di sicuro molto confortevole.
Grandiosa, costruita ai Chantier de l’Atlantique di Saint Nazaire, punta molto sugli spazi interni e meno sui ponti esterni, come da tradizione del costruttore francese. Eppure sia a prua che al centro della nave ci sono ampie aree all’aperto, con bar, piscine e uno spericolato scivolo che, essendo pieno autunno, non sono riuscito a provare.
Dunque, mi sono ammalato di “crocierite”? Ancora no, sono sceso in tempo. Ma per un po’ è meglio non pensare alle navi. Si rischia di fare la fine di Victoria Balabaeva, youtuber russa trapiantata a Torino: il suo canale, Cruise Passion, fa milioni di visitatori ed è alimentato da un’infinita teoria di video dedicati alle crociere. Più di cinquanta in tre anni. Scesa dalla nave con il gruppetto di giornalisti italiani si è lanciata verso l’aeroporto. “Ma dove devi andare così di fretta”? “Su un’altra nave, ça va sans dire…”.
porti e logistica
Sono stato su MSC Grandiosa, avrò preso la "crocierite"?
La "patologia" affligge milioni di persone e le crociere vanno a gonfie vele
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