"Il denaro per giocare purtroppo si trova, perchè sei disposto a fare qualsiasi cosa per continuare a giocare". Daniele Raco, di professione cabarettista e volto noto racconta i suoi sette anni vissuti da dipendente del gioco d'azzardo. Ha lavorato su se stesso e ora è riuscito grazie alla forza di volontà e a chi gli è stato accanto a uscire da quello che era un vero e proprio tunnel. "Da quattro anni sono un giocatore non attivo, giocavo alle slot machine. Un giocatore d'azzardo è convinto di conoscere i giri, i segnali che queste macchinette danno, in realtà è una mera illusione, è solo l'adrenalina che ti spinge a giocare sempre di più. Durante quel periodo - racconta ancora Raco - mi è capitato anche di fare alcuni tornei di poker per beneficenza ma io giocavo da giocatore compulsivo, senza freni".
A leggere i dati sul gioco d'azzardo in Italia viene da spaventarsi. Nel 2018 il volume di denaro versato dagli italiani ha sfiorato i 107 miliardi, numeri in costante crescita rispetto agli anni precedenti. Slot machine, bingo, giochi e scommesse on line ma anche estrazioni del lotto a ripetizione nei tabacchini e gratta e vinci, videolottery, sale poker e così via. Un mondo a parte che coinvolge un po' tutti: giovani, anziani, persone di mezza età, benestanti e poveri. Di questi 107 miliardi giocati ne vengono restituiti in vincite circa 80 miliardi, per un guadagno netto da parte dello Stato che nel 2018 ha sfiorato i 30 miliardi.
"Sono soldi rubati, l'azzardo per sua stessa natura è una truffa" spiega Giorgio Schiappacasse, per anni direttore del Sert e oggi medico esperto in dipendenze e gruppi di auto mutuo soccorso. "Le macchinette che si trovano nei bar sono delle vere e proprie fabbriche di povertà. Il problema coinvolge tutti ma se andiamo a guardare dove i volumi di gioco sono maggiori scopriamo che sono concentrati nei quartieri più poveri delle nostre città - spiega ancora Schiappacasse -. Ci sono anziani che si giocano la pensione e i risparmi di una vita e poi ci sono i giovani. Siamo bombardati dalla pubblicità che spinge a giocare, educa alla distrazione e propone un mondo irreale e comunica una mancanza, ti fa sentire come se ti mancasse qualcosa. Il problema è stato più volte segnalato ma poi in concreto non si fa mai nulla. Così stanno drogando il mercato, quei soldi versati nel gioco d'azzardo potrebbero servire a muovere l'economia reale perchè verrebbero spesi in abbigliamento, al bar per una colazione e in altri mille modi, invece così lasciando spazio a questi sistemi si produce solo un danno di salute" precisa Schiappacasse.
GRUPPI AUTO MUTUO AIUTO - Lo Stato poi investe, solo una parte di quelle cifre entrate, proprio per terapie e aiutare chi si trova nel tunnel del gioco d'azzardo. Una ruota che gira e che vede però tutti uscire sconfitti. A Genova oggi esistono cinque gruppi di auto mutuo aiuto che permette a chi soffre di dipendenza patologica di mettersi uno di fronte all'altro e raccontare e condividere le proprie esperienze, tutti insieme, con l’obiettivo, accompagnati da medici ed esperti del settore, a rompere il legame con la dipendenza. Il Comune di Genova sta spingendo su questa linea che ha un costo pari praticamente a zero per le casse di Tursi. Simonetta Saveri, responsabile agenzia per la famiglia del Comune di Genova spiega l'utilità di questi gruppi: "Mettono al centro le relazioni delle persone, piccoli gruppi che si trovano a condividere uno stesso problema. Agisce non solo nelle situazioni di disagio ma anche come prevenzione. Faremo formazione soprattutto agli operatori socio sanitari e poi vogliamo far conoscere più possibile questa metodologia ai cittadini". Uscire però dal tunnel del gioco patologico non è facile, ma neanche impossibile così come spiega Schiappaccasse: "La prima difficoltà è accettare di avere il problema. Poi in secondo luogo quando uno si rende conto di essere dentro a questa dinamica tende a tenere nascosto il problema e a posticipare più in là nel tempo l'affrontarlo. In questo i familiari sono importantissimi e svolgono un ruolo fondamentale e poi ci sono i Sert".
Tra chi è riuscito a uscire dalla dipendenza c'è appunto Daniele, a un certo punto per lui è arrivata la svolta con l'inizio di un percorso che lo ha messo davanti a persone che avevano il suo stesso problema. "Oggi a chi mi chiede quanto ho perso in quel periodo gli rispondo sempre la stessa cosa: sette anni" e già, sette anni di vita passati a giocare e buttare i soldi guadagnati. Nessun astio però verso quel mondo, c'è consapevolezza e voglia di raccontare la sua storia in modo da aiutare chi è dentro a fare la stessa cosa e a chi potrebbe cascarci di evitare di entrarci. Prima è arrivato un libro "La gallina. Storie d'azzardo" e ora uno spettacolo sul tema.
I NUMERI IN LIGURIA - In Liguria il Comune dove si gioca di più alle slot machine è Savignone, in alta Valle Scrivia, quello invece dove si gioca di più in generale è Loano, nel savonese. I motivi però sono semplici: a Savignone c'è una importante sala giochi, a Loano un Bingo. Sul podio delle città dove si gioca il maggior volume di denari ci sono Vado Ligure e Alassio, al quarto posto Sarzana nello spezzino e poi Savignone quinta. La zona dove si gioca di più è quella della provincia della Spezia con circa 1,2mila di euro pro-capite, seguono la provincia di Genova con 1,1mila euro per persona all'anno, Savona con mille euro e Imperia che sfiora i mille euro pro capite spesi all'anno. La Liguria è all’ottavo posto nella classifica delle regioni che giocano di più. La spesa complessiva si avvicina ai 2 miliardi di euro con una media per cittadini di 1,215 euro all'anno. Ma ai liguri piace giocare e non poco anche online, vengono puntati in giochi e scommesse una cifra che si aggira sui due miliardi con valori in costante crescita di anno in anno. La Regione ha messo a disposizione un numero verde e una campagna contro il gioco d'azzardo patologico, “Batti il gioco. Puoi”. Cuore dell’iniziativa è il numero verde 800 185 448. Numero gratuito da telefono fisso e cellulare, attivo dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18.
IL CASO VENTIMIGLIA - Combattere il sistema non è facile, le pressioni sono forti soprattutto da parte di chi gestisce i fatturati legati alle slot e gli stessi commercianti che ospitano nei loro locali le famigerate macchinette sanno bene che per loro l'incasso che arriva da lì rappresenta una cifra importante per i propri conti. C'è chi con coraggio ha deciso di rinunciarvi, chi invece le tiene in vista. A Ventimiglia lo scorso anno l'allora sindaco Enrico Ioculano mise a punto un'ordinanza che vietava l'accensione ovunque di macchinette slot praticamente per tutto il giorno, con la possibilità di tenerle accese solo in orari notturni, dalle 19 alle 7. Una misura che fece andare su tutte le furie le associazioni di categoria. A febbraio il Tar della Liguria ha rigettato il ricorso della società Fun Seven srl, la ditta concessionaria e distributrice degli apparecchi da gioco con vincite in denaro che si era opposta alla misura.
E così la strada tracciata da Ioculano a Ventimglia rappresenta un esempio che anche altri amministratori locali potrebbero seguire. Perchè per un giocatore patologico spostarsi da Ventimiglia a un Comune vicino non è difficile. Servirebbe dunque una linea condivisa. Anche l'attuale governo M5s-Pd nella legge Finanziaria punta l'attenzione sul gioco d'azzardo. Tra le ipotesi è circolata infatti quella di inserire un aumento della cosiddetta "tassa sulla fortuna", il 15% di imposizione da applicare alle vincite superiori ai 25 euro. Di fatto un piccolo, piccolissimo disincentivo a giocare. "Quella che ci impone la società è una povertà educativa - precisa ancora il dottor Schiappacasse -, cosa proponiamo ai nostri giovani? Invece di dirgli di lavorare, impegnarsi, fare gruppo, gli arriva il messaggio che basta un atto di fortuna per risolvere la propria vita. Il gioco d'azzardo è un veleno, una truffa, soldi rubati".
salute e medicina
Gioco d'azzardo in Liguria, numeri shock. L'esperto contro il sistema: "Sono soldi rubati"
Spesi circa 2 miliardi di euro in giocate
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