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Sono quattro le palazzine, per 29 famiglie, che oggi si trovano sotto la proiezione del viadotto sotto osservazione anche da parte della procura di Genova e per cui Aspi ha annunciato un piano di ristrutturazione complessivo a partire da marzo 2020. Il direttore del Primo tronco di Autostrade Nanni ha espresso la "disponibilità" dell'azienda, precedentemente ha illustrato il piano di ispezioni in corso (il 93% delle 506 opere in Liguria è stato controllato da società ingegneristiche esterne) e di interventi, 124 nel 2020 sulla rete regionale per un investimento di 22,8 milioni di euro.
Negli ultimi mesi i residenti della zona hanno protestato contro le situazioni di rischio legate alla caduta di pezzi di plastica, metallo e calcinacci e, recentemente, anche di una lama di flessibile utilizzata in un cantiere. La portavoce del comitato di cittadini, mentre parlava, ha mostrato alcune delle componenti cadute, tra cui un pluviale, un grosso bullone e pezzi di calcestruzzo. "Abbiamo paura di questo ponte malconcio - continua Chiara Ottonello - e inoltre il valore delle abitazioni, che esistevano da prima che fosse costruito il viadotto, è ormai azzerato, per questo chiediamo che si apra un tavolo con la pubblica amministrazione e il concessionario, affinché quest'ultimo si prenda le proprie responsabilità sullo stato di decadimento della struttura".
Anche l'assessore comunale ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi ha definito "condivisibile" la proposta di attivare un tavolo congiunto tra cittadini e Aspi e si attiverà per costituirlo al più presto. Il tavolo dovrebbe essere anche lo spazio dove i cittadini auspicano di trovare comunicazioni complete sullo stato dei futuri lavori e su altri dubbi relativi alla sicurezza del viadotto Bisagno.
IL COMMENTO
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