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Braccia incrociate subito e concentramento davanti all'infermeria "per difendere la nostra fabbrica, per difendere il nostro futuro". Per la Fiom si tratta della "punta dell'iceberg: muletti affittati fermi e materiale che non arriva perche' non vengono pagati i fornitori, manutenzione e investimenti sulle macchine pari quasi allo zero per il debito, migliaia di lavorazioni decentrate, reparti che stanno morendo pian piano".
E ancora: "Zero piani industriali, zero prospettive. Poi, però, allo stesso tempo 55 dirigenti con Alfa Stelvio aziendali (quelle sì funzionanti), una pletora di consulenti e pensionati fatti rientrare. Chiediamo prospettive, futuro e un piano di investimenti e finché non arriveranno non ci fermeremo. L'azienda ci ha detto che non può investire perché deve saldare i debiti e prospetta centinaia di esuberi fra gli impiegati, ma noi non ci stiamo perché il lavoro non manca. Non lasceremo che facciano morire questa azienda", conclude il delegato.
IL COMMENTO
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