Contavo i giorni: quanto ci vorrà perché i Pd-5Stelle scoprano che un nome serio per una candidatura c’è? Eccolo. Alberto Maria Benedetti, grande giurista, allievo di Enzo Roppo, ordinario di Diritto privato, membro laico del Consiglio superiore della magistratura su proposta dei Cinquestelle. Mi viene da sorridere perché scrissi di Benedetti possibile candidato anti-Toti a luglio dello scorso anno e lo riscrissi ad agosto in piena crisi nazionale.
Una candidatura di alto profilo e soprattutto perfetta per una alleanza Pd-M5S unica chance di sfida concreta. Appunto. Perfetta per una alleanza perfetta, non certo per una frittata quale quella che ogni tanto si profila all’orizzonte ligure, dove sembra che nessuno dei due, ma soprattutto i Cinquestelle, si rendano conto che questa è l’ultima occasione per tentare di battere Toti. Ammesso che davvero vogliano provarci. Un’alleanza seria. E la parola “seria” è l’ostacolo insormontabile all’operazione. Alleanza su pochi ma concreti obiettivi, su un programma condiviso dal buon senso e da una buona dose di coraggio.
Ritorniamo al nome di Benedetti. Voi pensate che il professore che non è un gira-poltrone possa immaginare di lasciare il suo ruolo di spicco professionale al Csm, incarico che scade nel 2022, per venire a ascoltare quello che hanno da proporgli i liguri-genovesi di Pd e M5S? Pensate che possa abbandonare un posto strategico come quello che si è guadagnato per esclusivi meriti giuridici per tornare qui da noi e a confrontarsi con chi?
Grande merito va riconosciuto ai Cinquestelle di avere portato Benedetti a Roma senza pretendere la sua tessera o l’atto di fede nei confronti di Rousseau.
Ma ora occorre tornare con i piedi per terra. Senza alleanza forte, solida, seria tra Pd e M5S sarà difficile assai un’ ipotesi di candidatura civica spessa. Innovativa. Alta. Francamente non vedo nemmeno da Sarzana a Ventimiglia e tantomeno nella città dei marrons glacées una figura femminile drastica, urticante e combattiva come la bolognese Elly Schlein! Qui ci si trastulla con nomi assolutamente per bene, più o meno consumati e soprattutto poco unitari e scarsamente compattanti.
Quindi sogniamoci un Alberto Maria Benedetti, almeno finché non spunterà una volontà ragionevole di andare avanti insieme con un vero accordo (non un contratto) politico. E non un episodio local delle Baruffe chiozzotte.
politica
Perché il "sogno Benedetti" è difficile da realizzare
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