
Le operazioni per portare in quota la seconda campata da 100 metri saranno più complesse. Da un punto di vista emotivo sarà quella che avrà maggiore impatto perchè è quella che crollò 18 mesi fa il 14 agosto 2018 causando la morte di 43 persone.
“Le operazioni che si vedono nell’alveo – spiega l’ing. Roberto Carpaneto amministratore delegato Rina Consulting - hanno lo scopo di deviare il torrente e quindi proteggere l’area che sarà interessata dalle operazioni. Successivamente la trave verrà portata sul lato destro del fiume e poi tramite i carrelli che abbiamo usato per la movimentazione della prima trave da 100 metri, sarà movimentata e portata ‘a sbalzo’ sul torrente, fino a quando non sarà raccolta da un secondo carrello, poi da un terzo carrello dalla parte opposta e una volta che sarà sopra il torrente, al di sopra dei due argini del Polcevera, collegata con gli strand jack verrà sollevata in quota”.
“E’ un’operazione più complicata – ammette l’ing. Poma - anche perché abbiamo a che fare con il torrente quindi con le condizioni meteorologiche. Rispetto alla prima campata da 100 metri c'è anche una procedura di sicurezza ovviamente per lavorare in alveo: in caso di situazione di piogge intense, quindi con innalzamento del torrente, è prevista l'evacuazione in poco tempo. Sarà un’attività che dovremmo incastrare molto bene con un occhio di riguardo alle condizioni metereologiche. La complessità è dovuta al fatto che dobbiamo superare anche le due strade che corrono lungo il Polcevera e quindi dobbiamo prima sollevarla, poi transitarla ‘a sbalzo’ sul torrente”.
Un’operazione molto delicata per la fase di spostamento della campata sopra il torrente attraverso tre carrelli e poi per il posizionamento iniziale dell’impalcato che dovrà essere in asse tra quello di partenza e quello in quota. Un’operazione che inciderà sulla viabilità perché via 30 Giugno dovrà rimanere chiusa per almeno due giorni, senza poi considerare l’incognita meteo.
A quando il varo sopra il Polcevera? I tre ingegneri si guardano prima di rispondere: “20-25 giorni”.
Poma, Carpaneto e Dal Zotto poi per qualche minuto si lasciano andare a un timido sorriso “vedere il ponte che prende forma – racconta l’ing. Siro Dal Zotto di Per Genova – è un momento di sollievo, abbiamo lavorato tantissimo e poter visualizzare il lavoro fatto è incredibile”. “Non è finita, dobbiamo stare concentrati – ricorda l’ing. Carpaneto – un grazie alle maestranze che si sono fermate solo la notte di Natale”. “Dietro a questi giorni di soddisfazione c’è un lavoro di squadra – conclude l’ing. Poma – che è partito da subito con il ricordo di quello che è successo quel 14 agosto e delle vittime”.
IL COMMENTO
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