Coronavirus, il ministro Spadafora chiede alla Figc di fermare subito i campionati

Il coronavirus rischia di cancellare a tutti gli effetti la Serie A. Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha chiesto a Figc, Lega di Serie A e Lega di Serie B di fermare i campionati. Il primo effetto lo ha subito la gara tra Parma e Spal: programmata alle 12:30, ha subito un ritardo di oltre un'ora. I giocatori stavano per entrare in campo al Tardini ma sono stati richiamati negli spogliatoi dopo la nota del ministro che ha chiesto al presidente Gabriele Gravina, di fermare il campionato per emergenza coronavirus. Il calcio di inizio è stato posticipato alle 13:45. Poi il match è regolarmente iniziato. Il presidente della Figc contestualmente ha fatto sapere di avere "convocato un Consiglio federale straordinario per martedì 10 marzo". Lo ha reso noto la Figc.

Una situazione che ha messo in dubbio per alcuni minuti anche lo svolgimento delle partite delle squadre genovesi previste alle ore 15: la Sampdoria al Ferraris contro l'Hellas Verona (LEGGI QUI), mentre il Genoa in trasferta a San Siro contro il Milan (LEGGI QUI)

LA MISSIVA DI SPADAFORA - “Condivido le dichiarazioni di Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, e mi unisco alla sua richiesta. Non ha senso in questo momento, mentre chiediamo enormi sacrifici ai cittadini per impedire la diffusione del contagio, mettere a rischio la salute dei giocatori, degli arbitri, dei tecnici, dei tifosi che sicuramente si raduneranno per vedere le partite, solo per non sospendere temporaneamente il calcio e intaccare gli interessi che ruotano attorno ad esso. Altre Federazioni hanno saggiamente optato per uno stop per i prossimi giorni. Credo sia dovere del presidente della FIGC, Gravina, un supplemento di riflessione, senza attendere il primo caso di contagio, prima di assumersi questa gravosa responsabilità. Del resto, ancora prima che la situazione diventasse così drammatica per il Paese, la Lega di Serie A e Sky si erano già rifiutate di concedere a migliaia di italiani, costretti loro malgrado a restare a casa, di poter vedere in chiaro le partite, nascondendosi dietro presunte difficoltà normative che con l’autentica disponibilità di tutti si sarebbero potute ampiamente superare", ha scritto il ministro Spadafora.

"Nei vari contatti, infatti, si era arrivati vicini a una soluzione equa per tutti gli attori e soprattutto di grande conforto per i tanti cittadini appassionati di calcio. E invece sono prevalsi gli interessi economici di realtà che pretendono di godere da sempre di un trattamento privilegiato e che vivono ormai fuori dalla realtà. Le società di calcio piuttosto valutino come superare le clausole vessatorie già all’attenzione dell’Antitrust per provvedere al rimborso degli abbonamenti e dei biglietti venduti per le prossime partite.Prenderò in considerazione nei prossimi giorni ogni iniziava utile anche legislativa per mettere ordine in un mondo che rischia di non rappresentare più valori etici e morali ai quali vorremmo che si ispirasse sempre”, ha concluso Spadafora.