
“Il nostro modo di lavorare è cambiato, non c’è più la solita vendita al dettaglio, diretta”, spiega ai microfoni di Primocanale Federica Filanti, presidente del Mercato rionale coperto di Certosa. “Come vedete – Federica ci mostra il mercato semi-deserto – il mercato è vuoto, e questo è positivo perché significa che le persone rispettano le regole, ma noi ci siamo dovuti inventare la consegna a domicilio (che già avevamo sperimentato) per dare una scossa, se no non avremmo potuto continuare a lavorare in questo modo”.
Gli abitanti di Certosa possono così chiamare i numeri presenti sulla pagina Facebook del mercato di Certosa ed ordinare la propria spesa. È nato un rapporto diretto con le persone, con un servizio celere che si sviluppa in giornata o al massimo nel giorno successivo. “La consegna è gratuita quindi chiediamo ai nostri clienti di raggiungere una spesa di almeno 20 euro nel banco a cui si rivolgono, è chiaro che poi con gli altri commercianti ci mettiamo d’accordo e portiamo più generi alimentari che ci vengono richiesti”, prosegue Federica Filanti.
Ma tra i banchi del mercato di Certosa si pensa anche a chi, in questo periodo di emergenza, è costretto a tenere l’attività chiusa. “Ci tengo a dire che noi ci sentiamo fortunati perché siamo aperti, conosciamo persone di Certosa che devono fare i conti a fine mese avendo magari un bar a gestione familiare”, ammette Federica, che però aggiunge: “Certo il nostro servizio adesso è più lungo e richiede più tempo, questo significa che a livello di incassi non abbiamo né incrementano né perso, ci ha salvato solo la consegna a domicilio”. Se questo è lo scenario del mercato coperto di Certosa, all’Orientale, nel centro di Genova, l’aria che si respira è diversa, tra banchi vuoti e ambiente semi-deserto.
A soffrire maggiormente, nell’epoca del Covid e delle restrizioni, è proprio il cuore pulsante della città, a causa della chiusura di uffici, aziende, negozi. Come ha spiegato il premier Giuseppe Conte nell’ultima conferenza stampa (ieri per chi legge ndr), le misure adottate sono prorogate fino al 13 aprile, “non possiamo allentarle proprio adesso”, ha incalzato il primo ministro. Nel frattempo però, tra la speranza di tornare alla normalità e l’ansia per il domani, al mercato coperto di Certosa si pensa al futuro, un futuro che potrebbe essere caratterizzato dalle consegne a domicilio. “Mi auguro proseguiremo sempre con questo tipo di servizio”, conclude speranzosa la presidente del mercato di Certosa Federica Filanti.
IL COMMENTO
Ti ricordi Sergio Castellaneta, un anticipatore populista e non solo
Sindacalista aggredito, Genova merita di sapere la verità