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Regioni in video conferenza col presidente del Consiglio
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Un invito a non alimentare scontri che "non ci sono e non devono esserci" e a continuare a collaborare "con correttezza, restando uniti". Lo ha rivolto il premier Giuseppe Conte nel corso della videoconferenza tra i governatore delle regioni e Palazzo Chigi. Il premier ha ribadito la massima collaborazione con gli enti locali in questa emergenza sanitaria, l'importanza della "correttezza istituzionale", sottolineando che "i poteri delle Regioni non sono messi in discussione". Conte, su questo fronte, si è detto "consapevole delle quotidiane pressioni" a cui sono sottoposti gli enti locali "nel compiere le scelte di gestione e organizzazione sanitaria regionale che rientrano nell'ambito della vostra competenza. Sapete che in me troverete sempre un punto di riferimento importante".

Parole apprezzate dal governatore ligure Giovanni Toti, definite "il giusto riequilibrio dopo le frasi fuori contesto arrivate nei giorni scorsi". Il riferimento, non troppo velato, è alle dichiarazioni rilasciate dal vicesegretario del Partito Democratico, Andrea Orlando che, in un'intervista, aveva paventato la possibilità di togliere la sanità dalle competenze delle Regioni,alla luce della prova coronavirus. Riferendosi alle parole del premier, il governatore ligure ha poi apprezzato l'invito "all'unità e alla collaborazione, il non dover andare allo scontro".

Intanto è arrivata la conferma che entro 15 giorni si completerà la partenza di tutto il contingente di 300 medici e 500 infermieri volontari in supporto alle regioni più colpite dall'emergenza Coronavirus. Lo ha assicurato il ministro Francesco Boccia ai governatori nel corso della stessa riunione. Finora le richieste sono arrivate dalle regioni del Nord, ma anche la Basilicata avrebbe avanzato una richiesta di aiuto. Il primo a partire è il personale diretto in Lombardia, Emilia Romagna, Marche e Trentino Alto Adige, mentre domenica (5 aprile, ndr) partirà un volo per Genova per portare infermieri in Piemonte, Liguria e Val d'Aosta.

"Fino a quando i dati restano questi, è impensabile parlare di aperture. Riapriremo quando i positivi caleranno, ma non saranno scomparsi. Dovremo convivere con i positivi. Dovremo capire come potremo uscire di casa, come lavorare nelle fabbriche e come mandare avanti i cantieri. Ci sarà un lungo percorso di normalizzazione", aveva detto Toti in merito allo scarso rispetto delle norme di contenimento del virus Covid-19. "Sicuramente fino al 14 aprile tutto rimarrà chiuso. E' chiaro che prima o poi dovremo far ripartire il Paese, un po' alla volta. E alcune misure reteranno in vigore ben oltre il primo maggio, ma e' altrettanto chiaro che più rispetteremo le regole, prima torneremo a vivere normalmente".

Il governatore ligure è finito al centro di una polemica dopo che aveva pubblicato un fermo immagine che riprendeva via Sestri a Genova, lamentando su Twitter dell'eccessivo affollamento. "Via Sestri ha molti negozi aperti, legittimamente, ma magari anche senza rendersi conto, quelli che ci vanno tutti i giorni, mettono a rischio la salute degli altri. Non ho detto che sono degli idioti, uscire una volta di meno al giorno è però un atto che dobbiamo ai medici che lavorano e salvano vite negli ospedali. La maggior parte delle persone a Genova si comporta in modo responsabile", ha concluso Toti. (CLICCA QUI PER APPROFONDIRE)