Se la ripartenza per l’attività motoristica sembra ormai definita per quanto riguarda i test, con i protocolli pubblicati da Aci Sport e FIM, restano ancora molti dubbi sul come e quando sarà possibile rivedere una competizione in pista o su strada.
Negli ultimi giorni si è letto e sentito di tutto sull’argomento e tra gli addetti ai lavori sono circolate le voci più disparate, più o meno fondate. Quel che è certo è che le federazioni stanno lavorando ad un protocollo per la ripresa delle competizioni, che però sta preoccupando non poco gli organizzatori degli eventi; la circolazione delle prime bozze ha a dir poco scoraggiato anche i più determinati, che ora chiedono chiarezza e risposte agli enti di riferimento.
Sull’argomento abbiamo interpellato Adriano Monti, anima del Castelletto Circuit e Marco Gallo, organizzatore ligure a capo della Lanternarally.
Monti, pronto a ripartire da oggi con l’attività dei test in pista, facilmente gestibili a sua detta, ha però destato non poche preoccupazioni per quanto riguarda una possibile ripresa delle gare. Ecco la sua dichiarazione:
“Purtroppo l’argomento è complesso e ad oggi ancora molto approssimativo. Per le prove libere siamo pronti. Le cose sono divenute più complicate, ma ci siamo adeguati in fretta e tutto sommato i test sono gestibili senza troppi problemi, ma il discorso cambia radicalmente se si parla di competizioni. A prescindere dalla validità regionale o mondiale per i piccoli organizzatori sarà durissima. Ci sarà bisogno del supporto economico delle federazioni se quello che abbiamo visto nelle bozze del protocollo dovesse concretizzarsi. Sarebbero regole quasi deliranti, praticamente impossibili da far rispettare, con un costo economico assolutamente insostenibile. Senza contare che tutti gli eventi dovranno essere a porte chiuse, quindi senza alcun introito dalla vendita dei biglietti o dai servizi di ristorazione interni. Una perdita nella perdita insomma.
Penso che i grandi circuiti e le gare direttamente organizzate dalle federazioni avranno meno problemi, sia per le solide basi economiche che per la logistica più semplice da gestire nei grandi paddock e box.
Quello che però come organizzatori proprio non accettiamo è un’eventuale responsabilità penale qualora un addetto ai lavori dovesse contagiarsi durante una manifestazione, lo trovo assurdo.
Siamo di fronte forse al momento più difficile, penso che saranno necessarie delle assicurazioni ad hoc e che per una gara “piccola” le forze in campo dovranno essere triplicate, sia per quanto riguarda il personale di controllo interno che per la gestione degli accessi. Si parla di sanificazione obbligatoria di ogni veicolo prima dell’entrata in pista, sinceramente mi sembrano cose poco realizzabili. Temo che i piccoli organizzatori siano costretti ad aspettare che l’emergenza sia passata o che arrivi un vaccino. Mi auguro che presto tutto si trasformi in un lontano incubo e che tutti possiamo tornare a vivere la nostra passione”.
Della stessa idea è anche Marco Gallo, a capo della Lanternarally, che in Liguria organizza il Rally della Lanterna ed il Rally Golfo dei Poeti.
“Siamo molto preoccupati per la ripresa. Ad oggi non sappiamo se e come avverrà e soprattutto se saremo in grado di soddisfare dei requisiti che, per quanto sta trapelando, ci sembrano fuori portata. Si parla di isolare il parco assistenza ed “oscurarlo” al pubblico, ma nel caso del Rally della Lanterna, che ha il parco allestito nel centro del paese di Santo Stefano d’Aveto come potremmo fare? Si parla di dotazioni sanitarie obbligatorie per il personale addetto, anche se opera all’aria aperta e singolarmente. Credo che vada fatta ancora molta chiarezza, non ci resta che aspettare una decisione ufficiale e capire se il 2020 ci darà ancora la possibilità di organizzare una gara. Le spese per i nuovi obblighi sanitari sarebbero insostenibili per una piccola realtà come la nostra, che probabilmente perderà anche i pochi sponsor rimasti a causa di questa grave crisi economica.
Speriamo in un aiuto dalle istituzioni che sono sempre state al nostro fianco come Aci, enti locali e Città Metropolitana anche se capiamo che il momento sia molto difficile. Senza contare il problema del pubblico; gestire un rally a “porte chiuse” sembra quasi un paradosso. Il Rally deve essere svago e divertimento sia per chi vi partecipa da protagonista che per gli spettatori. Noi ce la stiamo mettendo e ce la metteremo tutta, perché non vogliamo mollare”.
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Fase 2, allarme da rally e pista: "Misure sanitarie e zero pubblico insostenibili"
Preoccupazione per gli organizzatori, da oggi via ai test al Castelletto Circuit
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