Arrivato in biancoceleste nel 2008, Figari incarna alla perfezione quel senso di appartenenza su cui punterà il neo tecnico Hernandez: "Difficile spiegare in poche parole cosa significhi far parte di questo club. Si chiama Pro Recco 1913, oltre cento anni di storia. Nessuno meglio di Eraldo Pizzo potrebbe trasmettere questo concetto. Io posso solo dire che giocare nella Pro Recco richiede il massimo dell'impegno in ogni partita, che sia di campionato contro una neopromossa o la finale di Champions league. Se indossi questa calottina non puoi pensare di accendere l'interruttore solo a giugno".
Con la squadra della sua città, Figari ha conquistato 29 trofei. Palmarès da aggiornare con un pensiero fisso: Punta Sant'Anna. "È il simbolo di Recco e della Pro Recco. È la prima cosa che ho domandato al presidente Felugo: torniamo ad allenarci e a giocare lì? A dire il vero questo inverno, quando ho saputo che l'impianto avrebbe ospitato le finali di Champions League, gli avevo chiesto di tenerlo aperto anche dopo l'estate, è troppo importante. Aspettiamo Punta Sant'Anna anche in famiglia: mio padre ha una voglia matta di tuffarsi lì e vorrei che anche mio figlio imparasse a nuotare seriamente in quella vasca. È una piscina unica, in passeggiata, sul mare. Ho ricordi indimenticabili: le prime finali Scudetto, partite che erano battaglie, gli spalti stracolmi. Sono certo che tornerà a riempirsi, Punta Sant'Anna riavvicinerà la gente alla nostra squadra perché quella è casa nostra. La pallanuoto tornerà al centro della città, sarà bellissimo e si sentirà".
In tribuna non potrà mancare nonna Andreina, 91 anni compiuti da poco: "È stata la prima a cui ho comunicato di aver firmato. Era contenta, ma lei comunque ha continuato a tifare per la Pro Recco anche quest'anno che giocavo nel Brescia. Mi aveva avvertito: urlerò contro di te".
IL COMMENTO
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