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La tifoseria genoana non usa mezzi termini in attesa della decisione del Governo
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L'Associazione club Genoani si schiera apertamente contro la ripresa del campionato. È forte l'attacco della tifoseria del Genoa nei confronti del palazzo del calcio che, se avrà l'ok del Governo, ripartira con il campionato il prossimo 13 giugno. L'Acg con un lungo comunicato spiega le ragioni del suo forte dissenso sintetizzato nel titolo del documento che non lascia dubbi sulle motivazioni del no: "Preferite accendere la tv piuttosto che la dignità".


Nel testo si legge: "Viviamo in una società volta solo al profitto, al business, dove tutto gira intorno al dio denaro e che non lascia spazio al cuore. Abbiamo trascorso gli ultimi mesi nel dolore e nella paura e, questo, ci faceva sperare in una Italia migliore e, in un certo senso, ad un ritorno all’antico, dove - prosegue il comunicato - le persone ed i loro bisogni potevano tornare ad essere messi in primo piano. È stato sufficiente un allentamento della paura, avere la possibilità di vedere vinta questa emergenza per far sì che tutto ricominciasse a girare intorno al soldo, fregandosene di tutto e tutit". E ancora : "Bisogna ripartire”, “Servono protocolli medici”, “Occorre preservare la salute dei calciatori”. Che belle parole… già, ma la gente? Quelli come noi che si spaccano la schiena al lavoro, fanno slalom continui fra i problemi quotidiani e vengono allo stadio la domenica perché si sentono parte di una comunità fiera ed innamorata dei propri colori, non meritano neanche un briciolo di considerazione? Di noi qualcuno vuole parlare?".


Il testo prosegue con toni pesanti. "Dovete vergognarvi: ci sono stati oltre 30.000 morti in Italia fino ad ora, quanto la capienza del nostro amato Ferraris, ci sono lutti da elaborare e tempi da rispettare. Non è certamente ancora il momento per esultare per un goal. Ma voi ve ne fregate, dovete incassare quei diritti TV che sono parte preminente dei vostri bilanci, quelli che vengono allo stadio contano zero. Infatti, pur di incassarli, avete deciso di fare a meno di noi, di negarla proprio l’esultanza per il goal, insieme alle altre emozioni: le lacrime per le sconfitte, il sentire il profumo dell’erba che sale dal campo, la gioia di abbracciare i compagni di gradinata".


"Facendo tutto ciò, non capite di avere già perso, di averci perso, perché non siete voi ad allontanarci dai nostri amati colori, ma siamo noi che, con i nostri colori, ci mettiamo da parte e non vogliamo più aver a che fare con voi: persone avide, insensibili completamente scollegate dalla realtà, una realtà fatta, lo ripetiamo, di oltre 30.000 morti" conclude l'Acg.