Desidero intervenire nel dibattito, doverosamente aperto dal direttore di Primocanale, sull’interesse pubblico che la nomina del Presidente degli Industriali della Provincia di Genova ha insito in se. Lo faccio come cittadino, come imprenditore e come politico. Nel corso del mio mandato ho avuto a che fare con due presidenti, Stefano Zara e Marco Bisagno.
Con il primo ho avuto un rapporto non facile ma proficuo, impostato sul reciproco rispetto, ottenendo per esempio un grande risultato: il recupero degli “aiuti di Stato- fondi Europei” che avevamo perso; anche se la visione della politica relativa allo sviluppo della nostra città, come ad esempio per le acciaierie di Cornigliano ci divideva come poi i fatti della vita hanno dimostrato. Zara è stato eletto parlamentare nelle file del centrosinistra. Marco Bisagno prima di essere un ottimo imprenditore è un mio amico, (al quale, come ricorderete, avevo offerto di entrare a far parte della mia squadra come assessore allo sviluppo economico e all’industria) ma con il quale, come rappresentante degli Industriali, nel corso del mio mandato amministrativo, ho avuto anche degli scontri, ma, nonostante ciò, credo che abbia fatto molto bene, non solo per la sua categoria, ma per tutta l’economia della città.
In questi anni prima Zara e poi Bisagno hanno indubbiamente fatto sentire la loro voce e quella degli imprenditori, spesso anche critica, su argomenti, come il waterfront di Renzo Piano, le grandi infrastrutture (Piano regolatore portuale, Gronde autostradali, Terzo Valico ecc…), l’insediamento a Genova dell’IIT e la nascita del Distretto dei Sistemi Intelligenti Integrati, in linea con la politica di sviluppo avviata dalla mia Giunta, che, come noto, non sono “cose private” ma che investono il futuro di Genova e delle nuove generazioni. Ebbene, proprio per queste ragioni, pur rispettando le prerogative di una associazione privata che rappresenta i legittimi interessi di che fa impresa nella nostra città, mi sento di condividere la necessità che l’elezione del presidente di questa importante categoria, come per altre importanti realtà associative, possa essere seguita con maggiore trasparenza e senza la minima ingerenza. Senza naturalmente togliere nulla ai “saggi “ che, come da statuto confindustriale, stanno sondando gli “umori degli associati” e che, sono certo, sapranno individuare e proporre la scelta migliore. Non interpretino, gli amici industriali, questa mia posizione come una sorta di invasione di campo ma forse, oggi, anche in considerazione di quanto sta succedendo alla politica, dove è sempre più forte la richiesta di trasparenza, anche gli industriali hanno l’opportunità di dimostrare che non sono una “casta” chiusa in se stessa nelle ovattate stanze del grattacielo di via San Vincenzo ma rappresentano una importante componente propositiva, strategica e partecipativa delle dinamiche di sviluppo dei nostri territori.
Quindi, se Marco Bisagno accetterà un nuovo mandato, proposto dalla base degli iscritti, saremmo lieti che ciò avvenga alla luce del sole, illustrando, come afferma il direttore di Primocanale, quale programma di sviluppo intende proporre prima ai suoi associati e poi all’intero comparto socio economico della città e della provincia che, come noto, non sono interlocutori casuali ma sono coloro che concorrono allo sviluppo della nostra economia. Se poi gli imprenditori dovessero optare per un altro prestigioso nome alla guida della loro associazione sarebbe ovviamente il benvenuto ma credo sia giusto conoscere le motivazioni di un cambiamento e del nuovo programma.
Auguro comunque alle imprese di Confindustria tanto successo, poiché dal loro positivo sviluppo, discende un benessere a tutta la Regione.
IL COMMENTO
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