
Il tecnico dell'Atalanta, terzo rossoblù di sempre dopo Garbutt e Simoni e molto amato dal pubblico genoano, racconta la sua brutta esperienza: "Dopo Valencia, nelle due notti successive a Zingonia ho dormito poco – ricorda alla Gazzetta dello Sport – Non avevo la febbre, ma mi sentivo le ossa a pezzi e fuori sembrava di essere ai tempi della guerra: ogni due minuti passava una ambulanza a sirene spiegate. Avevo perso il gusto, ma non sapevo di avere il virus. Poi, i test sierologici sostenuti un paio di settimane fa hanno confermato: ho avuto il Covid-19″.
Ora Gasperini è guarito ed è pronto a ripartire, prima con il campionato e poi con lla volata finale in Champions League: "Alcuni pensano che tornare in campo sia immorale dopo quanto sia accaduto e davanti al rischio che possa ripetersi. Ma è l'unico modo per riprendere verso la normalità. Il dolore subito da Bergamo permetterà all'Atalanta ad aiutare la città, nel rispetto del dolore di tutti. Non mi piacciono due cose della ripartenza: giocare senza tifosi e le cinque sostituzioni. Nel finale le squadre si stancano, si aprono, commettono errori. In quel momento viene fuori chi si è preparata meglio, ha più da dare. Con le 5 sostituzioni si snatura il senso del gioco".
IL COMMENTO
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