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Agnelli, presidente della Juventus, auspica stadi a spalti accessibili per il 25%, ma si profila una grana legale
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 Il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha lanciato la proposta di riaprire parzialmente gli stadi, attorno al 25% della capienza. In attesa che le autorità sanitarie si esprimano sull’ipotesi del massimo dirigente bianconero, allo stato si prospetta sia una perdita consistente per le società (la Sampdoria, per esempio, perderebbe l’incasso del derby di ritorno), sia una serie di controversie tra club e tifosi, in merito agli abbonamenti non goduti.

Sulle venti società di serie A, la metà esatta – comprese le due genovesi - non prevede il rimborso del costo del singolo evento, neppure nel caso in cui il possessore dell’abbonamento sia impossibilitato da cause di forza maggiore (come le porte chiuse per motivi disciplinari o, appunto, per l’emergenza sanitaria in corso) ad assistere all’incontro. Oltre a Genoa e Sampdoria, si tratta di Atalanta, Brescia, Inter, Juventus, Lecce, Roma, Spal e Udinese.
Che le circostanze possano aumentare le tensioni fra tifoserie e dirigenze, è emerso proprio a Genova, con il “caso” della richiesta di oltre 5mila abbonati della Sampdoria di girare al reparto malattie infettive dei San Martino la quota-gara relativa alla partita con il Verona dell’8 marzo. Adducendo motivi burocratici e fiscali, la società blucerchiata si è finora detta indisponibile ad aderire alla richiesta, che avrebbe riguardato una somma di denaro attorno ai 177mila euro. Tale atteggiamento ha indispettito i sostenitori che proprio nel fine settimana scorso hanno dichiarato chiusa la questione.