La tanto agognata ripartenza post lockdown della Liguria rischia di rimanere bloccata in coda in autostrada. Complice l'importante mole di interventi di messa in sicurezza delle numerose gallerie disseminate lungo le arterie autostradali della regione, in termini numerici e non solo.
L'urgenza di intervenire scaturisce a fine 2019. La sera del 30 dicembre si verifica infatti il crollo di una parte di calcestruzzo dalla volta della galleria Bertè, sulla A26 Genova-Gravellona Toce, gestita da Autostrade per l'Italia: le prime indagini della Procura genovese e i sopralluoghi del super ispettore inviato dal ministero delle Infrastrutture, Placido Migliorino, evidenziano che le gallerie liguri sono "malate". Presentano problemi che, in alcuni casi, rischiano di comprometterne la percorribilità. La criticità più comune riscontrata, come spiega Migliorino, "è una riduzione dello spessore del rivestimento, legata principalmente a problemi costruttivi: un rivestimento che avrebbe dovuto essere di 90 centimetri-1 metro, è stato ritrovato di 7-8 cm con riduzioni quindi del 90%". Un campanello di allarme che suona 17 mesi dopo il crollo di Ponte Morandi.
Il super ispettore del Mit mette a punto un protocollo che Autostrade recepisce e su cui elabora un piano d'azione. Senza sfruttare il blocco alla circolazione di massa imposto da mesi di lockdown, a giugno si entra nella fase calda del piano. Troppo spessp emergono criticità tali da creare pericoli che attivano la procedura di emergenza. Così accade fin troppo spesso che, alle 6 del mattino, invece di riaprire al traffico la galleria controllata, si mantiene chiusa, lavorando per risolvere il problema.
Le mancate riaperture provocano dolori all'intera viabilità della Liguria. Caso emblematico il 9 giugno scorso con il ritardo della riapertura del tratto di A10 tra Genova Pra' e Genova Pegli, legato ad alcune problematiche riscontrate nelle gallerie San Paolo della Croce e Rexello, in direzione Genova. Quel giorno si raggiungono complessivamente 20 km di coda e salta la seduta del consiglio regionale perché buona parte dei consiglieri regionali rimane imbottigliata nel traffico.
L'ira dei liguri viene raccolta dal governatore Giovanni Toti che convoca d'urgenza Autostrade e chiede report costanti sugli interventi, ma anche che le chiusure e le riaperture siano comunicate con maggiore tempestività e chiarezza agli utenti. Il problema non resta circoscritto solo ai cittadini liguri: il 3 giugno, con la riapertura dei confini tra regioni si registrano code che, in alcuni casi, superano i 18 km. Riduzioni di carreggiata, deviazioni, gallerie, svincoli o caselli chiusi. La Liguria è ostaggio dei concessionari autostradali, del Mit e di lavori mal pianificati.
Dalla A10, alla A12, passando per la A26 e la A7. Nessuna delle tratte è esente dal rischio maxi incolonnamenti. I controlli finora svolti hanno interessato 285 gallerie, di cui 39 chiuse per problemi e su cui si è intervenuto o si sta intervenendo. In molti, automobilisti e istituzioni, hanno più volte chiesto perché le ispezioni e gli interventi non siano stati effettuati durante il lockdown imposto dal covid, quando il traffico era sostanzialmente azzerato: gli interventi, come ha spiegato Migliorino, "potevano partire solo dopo la definizione delle procedure, che sono state ultimate ad aprile".Il Paese è stato 'riaperto' solo a fine maggio: 5-6 settimane di lavori per tempo oggi avrebbero evitato code, rabbia e incidenti. Senza calcolare l'aspetto economico di un territorio ormai isolato.
Al momento restano 23 gallerie da ispezionare completamente. Mit, Autostrade ed enti locali hanno concordato che i controlli debbano concludersi entro e non oltre il 10 luglio. Di fatto un prolungamento dei termini rispetto al 30 giugno che era stato indicato in un primo momento. Si sta anche studiando una graduatoria di interventi su 172 gallerie della rete autostradale ligure "su cui non vi è ancora un adeguato stato di conoscenza, perché bisogna smontare le canaline" ha spiegato l'ispettore del Mit Migliorino. L'obiettivo è capire quali hanno bisogno di interventi urgenti e quali potranno attendere fin dopo settembre, quando il flusso dei turisti sarà minore. Come mai nessuno finora si sia accorto del grave degrado delle infrastrutture autostradali in Liguria resta un mistero, a cui la magistratura potrebbe dare presto una prima spiegazione. Proprio per far luce su questo aspetto, gli inquirenti hanno mandato nei giorni scorsi un avviso di garanzia con invito a comparire al direttore di Tronco di Genova, Mirko Nanni, subentrato a gennaio 2019 al posto di Stefano Marigliani, indagato per il crollo del ponte Morandi.
Al momento, sulla A10, sono chiusi in modalità continuativa i caselli di Genova Pegli, in entrata verso Savona e in uscita per chi proviene da Genova e quello di Genova Pra' in uscita per chi proviene da Genova; sulla A26 Genova Voltri-Gravellona Toce, a causa di uno smottamento, chiuso il casello di Masone, in entrata, fino al 6 luglio. In questo caso, è possibile l'ingresso ai soli mezzi di soccorso. Accanto a queste chiusure, vi sono gli interventi e le chiusure che possono scattare a seguito delle ulteriori ispezioni.
cronaca
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