Secondo la Corte Costituzionale, è stato legittimo escludere Autostrade dalla costruzione del ponte regalato da Renzo Piano, data "l'eccezionalità" della situazione. E questa "eccezionalità" deriva dal fatto che non potevi/dovevi affidare il rifacimento dell'ex Morandi a chi se lo era fatto crollare per essere stato inadempiente rispetto agli obblighi di manutenzione.
Dunque, non c'è molto da discutere: in nome della stessa "eccezionalità", che fa venire evidentemente meno il rapporto di fiducia con il concessionario autostradale, potevi anche revocarla, quella concessione. Ma il governo fino ad ora non lo ha fatto. Non l'esecutivo Cinque Stelle-Lega del primo gabinetto guidato da Giuseppe Conte, non quello attuale Cinque Stelle-Pd con lo stesso Conte sempre al comando.
"Se si poteva fare e non si è fatto, si tratta di una scelta politica" dice il governatore ligure Giovanni Toti. Lui all'inizio di questa tristissima storia, che conta 43 vittime, decine di feriti e una Liguria spezzata in due, non è che fosse così convinto di sottrarre la concessione ad Autostrade. Ma siccome solo gli stupidi non cambiano mai opinione, è un piacere sentire che l'ha cambiata, in linea con il nome del suo movimento Cambiamo!.
E in effetti di scelta politica si è trattato, non revocare la concessione autostradale alla famiglia Benetton. Come politica appare la decisione del Mit guidato dalla ministra Paola De Micheli (Pd) di riassegnare la gestione del Nuovo Ponte di Genova ad Autostrade, come comunicato per lettera al commissario straordinario nonché sindaco Marco Bucci, giusto il giorno prima del pronunciamento della Corte Costituzionale.
Dubbio: se avesse atteso ventiquattro ore, la De Micheli avrebbe potuto non riassegnare l'infrastruttura ad Autostrade in nome della stessa "eccezionalità" che ha reso legittimo escludere la società dei Benetton dalla ricostruzione. Invece decidere il giorno prima della sentenza ha reso possibile una scelta che ora il premier Conte definisce "assurda" ma che continua ad essere politica e nella scia di non voler procedere alla revoca complessiva della concessione, in barba a tutti gli annunci e le parole dei Cinque Stelle e dintorni.
Di più. Per paradosso, lo stesso incredibile blocco provocato dai controlli sulle gallerie, con la Liguria in questi giorni paralizzata dai lavori che si potevano fare prima e scaglionati, risponde a questa logica. Solo in Liguria, dice il numero uno dei Autostrade Roberto Tomasi nello scontro televisivo con Maurizio Rossi, l'editore di Primocanale ex parlamentare nella legislatura scorsa, c'è l'obbligo di smontare subito le onduline delle gallerie per vedere com'è la situazione. Altrove c'è un anno di tempo.
In questo modo, Autostrade può (giustamente) scaricare la responsabilità del disastro di questi giorni sul governo. Ma può anche dimostrare, come va ripetendo Tomasi, che "siamo cambiati e stiamo investendo moltissimo nella sicurezza". Giustamente, Rossi gli ha risposto: "Scusi, ma oggi state facendo i controlli che avreste dovuto fare prima e non avete fatto". Sottinteso: non è che per questo meritate una medaglia! Faccio una piccola aggiunta: se di fronte alla tragedia dell'ex Morandi il bisogno di cambiare lo ha avvertito persino Autostrade stessa, perché non lo ha avvertito il governo revocando subito alla società la concessione?
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