“La Compagnia Unica rischia il tracollo”: l’articolo di Primocanale.it che ha rimesso al centro del dibattito la pericolosa situazione della Culmv (LEGGI QUI) ha scatenato le reazioni del mondo portuale: i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione, i terminalisti hanno programmato una riunione per domani per affrontare la questione. Ma la Compagnia Unica cosa ne pensa?
“I problemi posti nel vostro articolo non sono certo inventati – dice Antonio Benvenuti, Console della Culmv – noi stiamo lavorando da mesi per trovare una soluzione ai nostri problemi e siamo convinti di poter chiudere in equilibrio. Il tracollo di cui parlate? Certo che si rischia, tutte le società che non approvano il bilancio rischiano di dover portare i libri in tribunale ma sinceramente non vedo perché non dovremmo riuscire a completare il nostro percorso”.
Console, perché siete sempre in perdita?
“Noi non abbiamo una perdita, non ce l’avevamo l’anno scorso e non ce l’abbiamo quest’anno. Abbiamo solo bisogno di un adeguamento tariffario che abbiamo già concordato e che è previsto dai regolamenti. La tariffa fissata dagli accordi è 232 Euro uomo-turno, noi siamo a 227, chiediamo di arrivare a 231 Euro, cioè quanto serve per chiudere in pari. Sbagliano quelli che dicono di essere ‘il bancomat della Culmv’, non è così: serve una tariffa di equilibrio che venga monitorata di mese in mese, è quello che chiediamo”.
Il 2020, però, sta andando molto peggio di quello precedente.
“Quest’anno perderemo 50mila chiamate, abbiamo già consuntivato un calo del 38% del fatturato. E la situazione si sta scaricando direttamente sulle buste paga dei nostri soci che hanno perso moltissimo”.
Non la preoccupano i nuovi assetti in porto: con la fusione Psa-Sech avete, di fatto, un super cliente che rischia di poter dettare le regole.
“Non sono preoccupato. E’ vero che insieme Psa e Sech fanno il 68% del nostro volume d’affari ma è anche vero che noi sbrighiamo il 70% del lavoro al terminal Psa. Possono pensare di fare a meno della Compagnia con numeri del genere? Noi siamo indispensabili per il porto di Genova, garantiamo un modello di flessibilità che nessuno in Italia riesce a eguagliare. Se si ferma la Compagnia, si ferma il porto”.
Tariffa equilibrata, e poi? Cosa chiedete ai vostri interlocutori?
“Noi abbiamo bisogno di un arbitro, che deve essere l’Autorità di Sistema Portuale: abbiamo a che fare con grandi gruppi, Msc, Psa, i fondi di investimento, serve un tavolo in cui ricomporre pacificamente ogni questione. In questo modo tutti saranno costretti a rispettare le regole: noi, certo, ma anche i terminalisti. La strada per il nostro pareggio era già tracciata a febbraio, perché oggi qualcuno cambia idea? Serve un arbitro che fermi queste derive. Perché ci sono terminalisti che pagano in ritardo, obbligandoci a sostenere costi pesanti di interessi bancari per pagare gli stipendi? Serve un arbitro che intervenga e possa obbligare il terminalista inadempiente al rispetto degli accordi. Noi siamo uno strumento di lavoro che deve essere riconosciuto da tutti e che non deve essere messo in discussione ogni anno: se poi qualcuno vuole fare a meno della Culmv, sappia che abbiamo vinto una gara, che abbiamo davanti a noi ancora 5 anni. Queste manfrine, con l’approssimarsi del mese di ottobre, sono molto pericolose”.
A proposito di chi non rispetta gli accordi, è vero che dovete avere molto denaro dal gruppo Cin-Tirrenia?
“Si, è vero. E’ un grosso problema che rischia di far saltare gli stipendi: c’è in ballo una quota considerevole di salari legati a lavori già effettuati che ora sono finiti nel concordato preventivo. Chissà quando vedremo quei soldi”.
I cosiddetti inidonei, quel personale che non può effettuare parte delle lavorazioni, non sono troppi? Non si può studiare un sistema per ricollocarli e rendervi più snelli?
“Noi non dobbiamo essere più snelli, noi abbiamo bisogno di tutti i nostri 1054 soci. L’età media è di 48 anni, non tutti oltre una certa età possono continuare a svolgere certe mansioni: gli anziani, però, hanno anche le maggiori professionalità, conoscono i sistemi di ogni terminal, sono risorse preziose”.
Eppure sembra che qualcosa, prima o poi, sia destinata a cambiare.
“Il nostro modello non è negoziabile, è utile per tutti e arricchisce il porto. Le agenzie, di cui avete parlato anche nel vostro articolo, sono fallimentari, a Livorno è saltata due volte, a Trieste è servita a regolarizzare ditte che non lo erano. Qui la situazione è completamente diversa. Già nel 2009 ci era stata offerta l’ipotesi di spacchettare la Compagnia e ci siamo fieramente opposti e dopo una mediazione con la prefetto Cancellieri abbiamo dimostrato, con i numeri, di avere bisogno di almeno 950 persone. Noi non ci spacchettiamo”.
I sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione.
“E’ normale, la situazione è tesa da tempo: i nostri rapporti con tutte le sigle sindacali sono ottimi e continueremo a lavorare per trovare una soluzione positiva ai nostri problemi”.
porti e logistica
Compagnia Unica in crisi. Il Console: "Vogliamo ciò che ci spetta, nessuno tocchi la Culmv"
A Primocanale parla Antonio Benvenuti
4 minuti e 21 secondi di lettura
TAGS
TOP VIDEO
Venerdì 22 Novembre 2024
Alle 21 con 'Breathe' Primocanale rivive la tragedia del Covid
Giovedì 21 Novembre 2024
Processo Morandi, incognita feste sulle udienze. In aula il 2 dicembre
Venerdì 22 Novembre 2024
Cultura, il sogno di Palazzo Ducale: "Biglietti gratis per le scuole"
Giovedì 21 Novembre 2024
Primocanile - Cani e gatti in redazione, gli animali di Primocanale
Ultime notizie
- Imperia, al via le operazioni di bonifica nell'ex area S.A.I.R.O.
- Ecco come i vigili del fuoco si preparano ad affrontare frane e incidenti in Liguria
- Iren, nuovi sportelli sempre più vicini ai clienti
- Le spettacolari immagini della mareggiata a Portovenere
- Breathe, il regista Rossi: "Emozionante raccontare il lavoro dei sanitari durante il covid"
- Cane scappa dal padrone e provoca un incidente: scooterista all'ospedale
IL COMMENTO
Blazquez, basta mezze parole: è il momento di dire tutta la verità
Ddl vittime incuria, speriamo la norma non venga usata mai più