Centro sportivo del Genoa chiuso. Il Signorini di Pegli non ospita nessuno dopo la positività di 14 tra calciatori e staff rossoblù. Uno shock per il calcio italiano che ora s'interroga come risolvere questa bomba sanitaria. Undici giocatori, Perin e Schone più altri nove risultati positivi dopo il match col Napoli perso per 6-0, più tre dello staff tecnico. Uno solo ha febbre, gli altri sono asintomatici. Tutti sono in isolamento domiciliare. La Asl competente per territorio ha comunicato al club rossoblù l’impossibilità di riprendere gli allenamenti: tuttavia il Genoa aveva già deciso di cancellare le sedute previste per la settimana.
Tutti i dipendenti del club si sottoporrano al tampone: per prudenza, effettueranno il test anche quelli che non sono stati a contatto coi giocatori. Invece entro mercoledì è previsto un nuovo giro di controlli per tutto il gruppo squadra per comprendere l’evoluzione della malattia. Il campionato è a rischio, il match del Grifone col Torino in programma sabato alle 18 al Ferraris è probabile che venga rinviato. Tocca alla Lega calcio intervenire visto che non ci sono linee guida come in altri paesi. In teoria con 13 giocatori sani si potrebbe giocare secondo le regole internazionali, ma è altamente impropabile che ciò avvenga. Il direttore generale rossoblù Flavio Ricciardella non ha nascosto i problemi: "Dura giocare così, ci aspettiamo decisione coerenti"
Ma c'è agitazione anche a Napoli, ultimo avversario del Genoa, e quindi dubbi anche sul match degli azzurri contro la Juventus. Il problema è che il calendario è fitto e gli eventuali recuperi sono difficilmente collocabili. C'è l'ipotesi di stoppare il torneo per tutti dal prossimo week end considerato che c'è la sosta per la nazionale, ma è tutto da verificare anche se è una pista che sta prendendo forza. Il Genoa fin qui aveva gestito il Covid non avendo mai registrato casi positivi al proprio interno, stavolta è diventato il focolaio più preoccupante della serie A.
Covid Genoa, Bassetti: "Rimettere al centro clinica di segni e sintomi"
"E' probabile che nel Genoa i giocatori abbiano avuto contatti prolungati fra di loro durante gli allenamenti, non si può però escludere che anche i giocatori del Napoli abbiano avuto contatti più ravvicinati", ha commentato il professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova. E il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ha ribadito: "Gli abbracci e l'esultanza in campo dovrebbero essere vietati. La distanza deve comunque essere mantenuta. Se da 1 positivo nella squadra sono diventati 14 vuol dire che il virus è circolato, che non sono state mantenute le distanze. Se abbiamo un tampone negativo non dobbiamo pensare di essere invincibili. Continuare a mantenere le distanze è fondamentale".
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Genoa, Signorini chiuso: mercoledì nuovi tamponi e il calcio pensa al blocco
Positivi al Covid undici giocatori rossoblù e 3 persone dello staff
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