Una miriade di numeri e spesso il quadro non è chiarissimo per quanto riguarda l'emergenza coronavirus. I media di solito diffondono i dati sull'aumento singolo giornaliero dei casi di positività registrati nelle ultime 24ore. Ma si tratta di numeri difficilmente confrontabili col passato perché dipendono dal numero di tamponi effettuati.
E così ogni lunedì si registra puntuale un calo dei nuovi casi perché sono di fatto diminuiti i test effettuati. E allora sono le percentuali i veri dati rilevanti per capire l'andamento della seconda ondata di covid che sta interessando il Paese. In Italia nell'ultima giornata (lunedì 19 ottobre) si sono registrati 9.338 nuovi casi a fronte di 98.862 tamponi. Qui il rapporto percentuale è del 9,4%. Ma i nuovi testati, quelli cioè che hanno fatto il tampone per la prima volta, sono 65.824, fatto che porta la percentuale al 14,2%.
E in Liguria? Lunedì i nuovi positivi sono stati 323 (di cui 306 nell'area di Genova), a fronte di 1.871 tamponi effettuati. Il rapporto tamponi effettuati/nuovi casi è del 17,2% (domenica era dell'11,1%). Ma i nuovi testati (primo tampone assoluto) in tutta la Liguria sono stati 922 e così la percentuale sale al 35%, in soldoni: su tre persone mai testate prima una è positiva. Un valore più alto lo registra solo la Valle d'Aosta che arriva addirittura al 53,8%.
Sopra la media nazionale (alla data di lunedì 19 ottobre) ci sono anche la provincia autonoma di Trento (27,3%), l'Umbria 27,1%), il Veneto (25,7%), la Sicilia (18,1%), la Lombardia (17,1%), la Campania (16,1%), la Puglia (15,3%), il Piemonte (15,2%), l'Emilia Romagna (14,3%). Sotto la media nazionale le Marche (14,1%), il Friuli (13,9%), la Toscana (13,7%), l'Abruzzo 11,8%, la provincia autonoma di Bolzano 10,8%), la Sardegna (7,7%), il Lazio 7,4%), la Calabria (7,3%), la Basilicata (5,4%) e il Molise (5,2%).
Una doppia lettura: da una parte il più alto tasso percentuale è sinonimo di una maggiore capacità di tracciare i contatti. E quindi i tamponi vengono effettivamente fatti a persone che si sa essere state a contatto con positivi. E dall'altra però fotogarfa la diffisione del virus, al momento per la Liguria particolarmente marcata a Genova. La valutazione più coretta dell'analisi dei dati tuttavia è quella settimana in quanto meno soggetta a distorsioni giornaliere.
Per quanto riguarda la Liguria, così come per le altre regioni, però il dato da tenere in considerazione, come spiegano gli esperti, è quello degli ospedalizzati. E se nelle ultime 24ore si è registrato un aumento di 29 persone che hanno avuto necessità del ricovero è pur vero che si è registrato un calo delle persone in terapia intensiva passate da 39 a 34, con un meno 5 in 24ore (lunedì 12 ottobre erano 24 i ricoverati in terapia intensiva con 285 ospedalizzati). La Regione si è già mossa per aumentare i posti letto a dispsizione, al San Martino di Genova già predisposti 30 posti in più e nelle prossime ore se ne aggiungeranno altri 22 come spiegato dal governatore Toti nel punto stampa quotidiano. In pratica al momento in tutta la Liguria ci sono 1230 posti letti a disposizione e 250 terapie intensive.
I dati percentuali del bollettino al 19 ottobre in Liguria dicono che il 6,7% degli attuali positivi si trova in ospedale. Degli attuali 6.988 positivi lo 0,5% è in terapia intensiva. Mentre il 93,3% sta affrontando il covid a casa propria.
Poi ci sono i dati dell'Istituto superiore di sanità che hanno preso a riferimento il periodo compreso tra il 28 settembre e l'11 ottobre. Anche in questo caso a parlare sono le percentuali. Si tratta didati nazionali. Il 71% di chi è positivo al covid è poco o nulla sintomatico. Il 91,2% dei positivi sta affrontando l'infezione a casa o in un'altra struttura mentre l'8,4% è stato ospedalizzato. Di Andrea Popolano.
salute e medicina
Covid, il caos dei numeri tra nuovi positivi e tamponi: ecco le percentuali
In Liguria nell'ultima giornata sono calati i pazienti in terapia intensiva
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