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"Se si riaprissero i ristoranti fino alle 23 faremmo un minor danno"
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"Non credo che si faranno modifiche al Dpcm e forse non lo auspico neanche. Non si possono cambiare le regole ogni tre ore, altrimenti facciamo una grande confusione". Lo dice il governatore della Liguria Giovanni Toti dopo l'entrata in vigore delle nuove regole imposte dal Governo. E a poche ore di distanza dalla protesta spotanea che anche a Genova ha portato in piazza alcuni titolari di aziende colpite dalle norme restrittive, soprattutto per la ristorazione e le attività di svago.

"Dialoghiamo costantemente con il Governo, diamo i nostri suggerimenti che talvolta vengono accolti e talvolta no. Questo Dpcm contiene misure che andavano prese perché è indubbio che questo virus stia crescendo, non so se quelle che abbiamo preso saranno efficaci o no o se sono socialmente eque: io rilevo che negli ospedali chi sta peggio sono i più fragili, gli anziani, i pluiripatologici e loro devono essere protetti di più", prosegue il governatore ligure.

"Non credo che si possano fare modifiche a questo decreto
e non mi auspico neanche che lo facciano, non si possono cambiare le regole ogni tre ore, altrimenti facciamo una grande confusione". Ma "se noi diciamo che il vero problema è trovare un punto di equilibrio tra il contenimento della pandemia e non uccidere l’economia, abbiamo bisogno di trovare un punto di equilibrio di lungo periodo. Per questo dico che bisognerebbe lasciare vivere e lavorare il Paese e proteggere le persone più fragili e non chiudere selettivamente pezzi di Paese sulla base di ragionamenti che mi convincono poco", ribadisce Toti. 

Col nuovo Dpcm i bar sono colpiti, ma almeno alle 18 hanno uno spazio di lavoro. I ristoranti invece rischiano di perdere fino al 70%-80% del fatturato secondo le stime del settore. "Abbiamo diviso il mondo tra il superfluo e il necessario dando per scontato quali lavori siano l’uno e quali l’altro, ma bisogna stare attenti a dividere il mondo in modo così manicheo. Non credo che possiamo fare come Israele che ha vietato di uscire di casa a tutta una serie di categorie di persone, perché sarebbe illegale e incostituzionale, però costruire delle situazioni di questo genere sì, potremmo segmentare la società sulla base del rischio. Se almeno si riaprissero i ristoranti fino alle 23 faremmo un minor danno, trattandosi della categoria più colpita in assoluto", conclude il presidente della Regione.