![](https://www.primocanale.it/materialiarchivio/immagininews/20201117124506-infermieri_covid_coronavirus.jpg)
Come va dicendo da giorni il governatore Giovanni Toti, l'indice Rt medio sulla base di 14 giorni continua a migliorare: negli ultimi tre report della cabina di regia è sceso da 1,54 a 1,48 fino a 1,2. Con quest'ultimo dato, la Liguria è passata dallo scenario tre allo scenario due, seppure con una classificazione complessiva di rischio alta, con la segnalazione di una trasmissione del virus non gestibile in modo efficace con sole misure locali. Fa da contraltare, però, l'incidenza del contagio: si è saliti da 6.391 nuovi positivi del report che aveva portato la Liguria in fascia arancione, con un'incidenza di 414,16 nuovi casi ogni 100mila abitanti e un'incidenza cumulativa arrivata a 2.237,02 positivi per 100mila abitanti, a 6.525 nuovi casi con un'incidenza di 422,84 ogni 100mila abitanti e un'incidenza cumulativa di 2.474,13 casi ogni 100mila abitanti.
Ma il dato da monitorare resta quello della situazione ospedaliera, nonostante i bollettini degli ultimi giorni stiano testimoniando una sorta di stabilizzazione della curva e i primi segnali di miglioramento. Tra il report 25 e il report 26 i dati regionali sono peggiorati, restando ampiamente fuori dai limiti di guardia nazionali, come buona parte delle altre regioni. Se tra il 26 ottobre e il 1 novembre, risultava occupato il 25% dei posti di terapia intensiva e il 49% di quelli in media intensità, nella settimana successiva si è passati rispettivamente al 47% e al 70%, contro soglie di guardia fissate al 30% e al 40%.
Diminuiscono i focolai, passando da 1.374 a 1.082, ma aumentano a 407 i nuovi contagi non associati a catene di trasmissione già note. Peggiora la capacità di monitoraggio nel dato che riguarda "la percentuale di tamponi positivi escludendo, per quanto possibile, tutte le attività di screening e il re-testing degli stessi soggetti su base mensile": dal 18% della settimana precedente, si arriva al 19,4%, contro una soglia fissata al 15%. Migliora, ma resta sempre sotto la soglia del 95%, il rapporto tra numero di casi confermati per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti e il totale di nuovi casi di infezione confermati, che passa dal 44,5% al 64,5%.
IL COMMENTO
Il Biscione cambia pelle (e non solo)
Il mini-nucleare è possibile, ma serve coraggio politico