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Il governatore ligure: "Occorre ridare fiato all'economia"
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“Se la regione Liguria resterà ancora qualche giorno in arancione, non troverà contrarietà nell’amministrazione regionale, purché dal ponte dell’immacolata in poi si torni a vivere un po’”.

Giovanni Toti a Primocanale ipotizza gli scenari delle prossime settimane in vista del Natale, anche alla luce del confronto con molti rappresentanti del Governo in sede di Conferenza delle Regioni.
C’è chi parla di zona gialla in gran parte del paese per tutto il mese di dicembre. Per il governatore ligure non sarebbe sufficiente:

“Mi auguro qualcosa di più e di meglio della zona gialla dove bar e ristoranti chiudono alle 18. Non credo che questo sia compatibile con un’Italia che si muove e si sposta”. Toti predica prudenza, ma chiede rispetto per l’economia: “Tenendo conto che non sarà un Natale con trenini e trombette, non sarà un Capodanno con i grandi fuochi d’artificio e di masse nelle piazze, ma dobbiamo comunque dare fiato all’economia. I numeri della pandemia stanno scendendo, in Liguria più che altrove, però salgono i numeri della povertà e di quelli che perdono posti di lavoro”.

Il Presidente di Regione Liguria commenta quanto detto dal Ministro Boccia (“Molti italiani non ci saranno a Natale, con 600 morti al giorno fuori luogo parlare di cenoni e di sci”) e lo critica: “Con tutto il rispetto per il Ministro, credo che questa sia una visione elitaria e manichea del mondo. E’ quella visione che porta a investire in sussidi e poco nel coraggio del nostro paese. Bisogna tenere presente che intorno al Natale c’è il 25% dei nostro consumi al dettaglio, cioè la sopravvivenza o la morte di tanti esercizi commerciali, c’è il lavoro di tanti ristoranti, bar e pasticcerie, c’è l’agroalimentare. Ci sono posti di lavoro legati agli impianti sciistici”.

Sulla pandemia Toti rivendica i risultati ottenuti “Siamo la prima regione per il calo dell’indice Rt, è anche merito della nostra amministrazione: abbiamo introdotto misure, chiusure, obbligo di mascherine prima che lo facesse il governo in città come La Spezia e Genova dove i casi erano in aumento. I risultati si vedono”.

E chiede coraggio anche sulle riaperture: “Mi aspetto bar e ristoranti aperti anche la sera. Mi aspetto un Natale dove le famiglie si possano vedere, magari evitando raduni con cugini fino al terzo grado. E il Capodanno me lo immagino senza feste di piazza, ma dove la gente possa ritrovarsi rispettando regole, senza balli e spettacoli. Qualcosa che assomigli alla normalità”.