cronaca

Restano però aperte altre due inchieste
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Archiviato il fascicolo aperto dalla procura della Spezia sulla gestione della prima ondata della pandemia di Covid-19. Gli elementi raccolti per dare riscontro all'ipotesi di reato di omissione di atti d'ufficio non sono sufficienti a sostenere l'accusa in giudizio. Le disfunzioni indotte dalle difficoltà globali dell'emergenza, ma anche la mancanza di riscontri sui motivi che avrebbero portato alla mancata attivazione di un Covid hospital nella provincia, hanno indotto il procuratore capo Antonio Patrono e il sostituto Elisa Loris, a chiudere le indagini.


Proprio sulle presunte ingerenze politiche nella gestione dell'emergenza sanitaria, nell'istanza al gip si legge che "non ha trovato ulteriori riscontri il fatto che scelte squisitamente tecniche possano essere state orientate da motivazioni politiche, fatto che sarebbe stato estremamente grave e senz'altro meritevole approfondimento in quanto possibile fonte di responsabilità penale".

Nessun dolo anche nei ritardi dell'operazione di separazione dei malati nei reparti dei due ospedali: "Tutte le persone escusse condividevano che effettuarla quando lo scoppio della pandemia aveva ormai improvvisamente riempito le strutture sarebbe stato stato impossibile" si legge nel documento dei pm. Anche le carenze evidenziate nelle prime settimane della pandemia, legate alle forniture di dispositivi di protezione individuale, all'esiguo numero e alla tempistica con cui sono stati realizzati i tamponi, sono da "ritenersi comprensibili in ragione delle difficoltà verificatesi in tutto il territorio nazionale".

Restano dunque due le inchieste ancora aperte sull'emergenza Covid nello Spezzino: una relativa al boom di contagi avvenuto all'inizio di settembre, e che aveva portato comune e regione a istituire la zona rossa nel quartiere Umbertino, l'altra in relazione all'impennata di contagi avvenuta all'interno della Rsa Mazzini della Spezia.