cronaca

Il ministro della Salute: "Le misure restano queste"
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Proposta bocciata, almeno apparentemente. Nessuna deroga concessa agli spostamenti al di fuori del comune di residenza o domicilio per le giornate del 25-26 dicembre e del 1 gennaio. Nelle ultime ore l’idea che ha preso campo, alimentata anche dalle richieste pressanti dei sindaci delle realtà più piccole è quella di concedere nelle tre giornate di festa, la possibilità di muoversi almeno all’interno della provincia. Una proposta più volte appoggiata è sostenuta anche dal presidente di Regione Liguria e vicepresidente della conferenza delle Regioni Giovanni Toti.

Ma dal ministro della Salute Roberto Speranza è arrivato ancora una volta un veto che sembra chiudere definitivamente le porte alla possibilità: "Le misure sono queste e le confermiamo e le norme restano. In questa fase non possiamo permetterci spostamenti che non siano indispensabili e il messaggio del governo vuole essere questo: nei giorni più caldi, dove c'è più rischio che salga la mobilità, chiediamo un sacrificio alle persone" ha precisato il ministero.

Al centro del dibattito la questione dei piccoli comuni vicini tra loro e l’impossibilità dei residenti di uscire dai confini territoriali quando nelle grandi città è possibile muoversi in spazi ben più ampi. Per fare un esempio, da Genova Nervi si potrà in quelle giornate andare a Genova Voltri (circa 27 km) ma se sei di Arenzano non puoi andare a Cogoleto (5 km di distanza a piedi). Situazioni ancora più paradossali nell'entroterra dove spesso il confine tra due comuni è separato da un ponte. Storture di una misura osteggiata soprattutto dagli amministratori locali ma che il governo ha voluto rigida per limitare il più possibile gli spostamenti nei giorni di festa. I temi sanitari, di economia e di socialità si intrecciano.

Dai comuni dell'entroterra parte la protesta. Maurizio Beltrami, sindaco di Torriglia è tra chi chiede di rivedere la misura e concedere almeno la possibilità di muoversi a livello provinciale. "Gli spostamenti da comune a comune potrebbero attuarsi, abbiamo avuto diversi casi ma adesso i numeri sono in diminuzione, giusto garantire la sicurezza sanitaria ma bisogna pensare anche a quella economica.

Ma non tutti i sindaci delle piccole realtà sono dello stesso pensiero come Ivano Chiappe primo cittadino di Davagna: "E' un anno particolare, si può anche pensare di passarlo in piena sicurezza per mantenere e garantire la sicurezza dei propri cari, di natali ne avremmo altri". Il rischio della terza ondata a partire da gennaio è ancora forte. A Roma vogliono evitare di replicare il caso estate. Intanto dall’Istituto superiore di sanità è stato lanciato l’allarme: “Lo scarso ricambio d’aria in casa favorisce la diffusione del Covid”. Forse non una grossa novità ma in un periodo in cui ci si prepara a restare in casa e vedere e accogliere non conviventi è bene ricordarlo.