cronaca

Una corsa contro il tempo per fare sì che il procedimento non venga archiviato
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"Sappiamo che è una corsa contro il tempo, sappiamo che arrivare a una sentenza definitiva entro la fine di agosto è un'impresa improba, ma non per questo molliamo. Saremo lì, anche coi nostri avvocati, a far pressione
perchè si torni in aula prima possibile".


Queste le dichiarazioni di Bruno Rossi e Franca Murialdo, genitori di Martina, la studentessa genovese di vent'anni morta il 3 agosto del 2011 dopo essere precipitata dal balcone di un albergo a Palma di Maiorca. Due giorni fa la Cassazione ha ordinato un appello bis nei confronti di Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, i due imputati di tentata violenza sessuale di gruppo sulla studentessa. Il 20 agosto, però, scatterà la prescrizione che ha già estinto l'altra accusa, la morte di Martina come conseguenza di altro reato (LEGGI QUI).




"Ditelo a tutti: noi non ci arrendiamo, neppure alla prescrizione", affermano i genitori. "Una barbarie la prescrizione, non  dovrebbe esserci mai limite all'azione penale quando di mezzo c'è qualcuno che ha provocato la morte di un'altra persona. Albertoni e Vanneschi devono andare dove meritano, senza scadenze temporali" hanno detto i genitori di Martina.



"E' una scalata improba, due gradi di giudizio da qui ad agosto. La nostra speranza dopo è che si arrivi a una sentenza d'appello, con la Cassazione che dichiara inammissibile l'eventuale ricorso. In quel caso forse ci sarebbe una verità giudiziaria" ha affermato l'avvocato Luca Fanfani, uno dei legali di parte civile della famiglia.