salute e medicina

Dottoressa Barisione: il 64% ha un sintomo dopo tre mesi dalla negativizzazione
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Si chiama 'Long Covid' o sindrome post Covid: a tre mesi dalla negativizzazione al virus, il 64% pazienti ha almeno un sintomo e tra questi ne è emerso uno nuovo ossia la caduta dei capelli. Lo studio, che sta per essere pubblicato, è dell'UOC pneumologia ad indirizzo interventistico del Policlinico San Martino di Genova e del gruppo 'GECovid'.


"Da fine maggio abbiamo un ambulatorio dedicato per seguire i pazienti post Covid - spiega la dottoressa Emanuela Barisione a Primocanale - inizialmente era dedicato a fare controlli di cui noi pensavamo ci fosse maggior bisogno per esempio sulla funzionalità respiratoria, cardiaca, sul rene e l'aspetto neurologico perchè ci sembrava che questi fossero i quattro sintomi principali ma con il tempo ci siamo accorti che la sintomatologia è più ampia, stiamo scoprendo sintomi che non ci aspettavamo e per questo abbiamo aperto a collaborazioni multidisciplinari perchè questi sintomi sono molto impattanti sulla vita".


Il primo studio pronto è quello dopo tre mesi già della seconda ondata e racconta di disturbi importanti: "Il 28% ha un fatica anche muscolare, il 24% dispnea ossia difficoltà a respirare e il 18% riscontra perdita di capelli poi disturbi neurologici e psicologici; un sintomo molto forte,soprattutto tra le donne, è quello legato alla perdita dei capelli e qualcuno di questi si sta prolungando anche sui sei mesi".


Fondamentale seguire queste persone nel tempo. "Con la Regione Liguria siamo riusciti a ottenere l'esenzione per questi pazienti cosa che non hanno tutte le regioni proprio perchè ci siamo accorti che un bisogno della popolazione era quello di avere un riferimento ambulatoriale - racconta la Barisione - noi abbiamo la dottoressa Aloè che si occupa praticamente a tempo piano solo di questi pazienti e i primi stanno arrivando all'anno".


La dottoressa Barisione è da inizio pandemia in prima fila nella lotta al Covid, cosa rappresenta per lei il vaccino? "E' la luce - sospira - è stato un anno difficile, complicato veramente faticoso, non che normalmente non lo sia, ma qui ci siamo sentiti investiti; gli ospedali hanno dovuto riorganizzare la modalità del lavoro, è cambiato il modo di lavorare, e il rapporto con il paziente e i parenti che è importantissimo, sicuramente il nostro lavoro non sarà mai più lo stesso".