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Viaggio in Val d'Aveto
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I fiori viola iniziano a crescere, per ora timidamente, nei prati verde chiaro della piana di Cabanne, Comune di Rezzoaglio, in val d’Aveto. “Se veniste fra una mese qui sarebbe tutto un tappeto di colori” dice orgogliosa Paola, donna verace, a fianco del marito Angelo. Custodi gelosi, come pochi altri in zona, del segreto della mucca cabannina, una razza autoctona che ha resistito nei secoli senza mutare le sue caratteristiche uniche. “Ogni volta che noi agronomi sentiamo chiamare mucche le mucche storciamo il naso, si chiamano vacche” spiega Manuela Casaleggi, vice sindaco del paese e soprattutto autrice di una tesi di laurea proprio sulla mucca cabannina. Un esemplare viene fatto uscire a fatica dalla stalla, per  mano di Angelo, che ci presenta Brina, nome che rende l’idea del clima che in inverno regna in questa zona: si arriva anche a meno 11. La star è lei, che senza esagerare potrebbe essere uno degli esemplari più longevi in vita, 18 anni (che per una vacca è tantissimo, ci spiegano). E farà ancora figli. Ne ha già 14! E un vitellino pensate, non suo ma di una sua collega di stalla, è nato proprio la sera prima del nostro arrivo. Angelo stenta a tenerlo fermo per le veloci riprese.




Manuela ci svela i segreti di questa razza così unica, nata proprio a Cabanne decenni e decenni fa. Dimensioni non eccessive, caviglie sottili, una riga bianca che corre sulla schiena, mammelle abbondanti e la capacità di partorire da sola sono alcune delle sue unicità.
Ottima per latte, formaggio tipico, ricotta e carne “dal sapore dei fiori e dell’erba che trova qui, non coltivata ma così come la natura la crea, capace, la vacca, di muoversi anche nei boschi”.




Conosceremo i tori che la fecondano, e la ragazza di 28 anni che li alleva e che un anno fa da Genova, direttore di sala di un ristorante, ha deciso di trasferirsi a Villanoce e di cambiare totalmente vita. Stasera in “Presa diretta” alle 20 e domenica elle 14.30.