Cresce poco la raccolta differenziata in Liguria. Nella nostra regione si attesta al 53%, tra le peggiori del Nord Italia. Incide negativamente Genova. Sono i dati salienti del Dossier rifiuti presentato da Legambiente in occasione di Ecorofurum Liguria.
"Per quanto riguarda la differenziata nel 2019 la Liguria ha raggiunto e superato (con il 53,4%, +3,8% rispetto al 2018) il valore del 50% che avrebbe dovuto raggiungere nel 2009, ed è tra le peggiori regioni del nord Italia. Il dato regionale è affossato da Genova che non riesce a far decollare la propria raccolta differenziata" si legge.
Anche nel 2019 la Provincia della Spezia ottiene i risultati migliori: raccolta differenziata al 73,9% (+4,4% rispetto al 2018), su 32 comuni 5 sono rifiuti free, 27 superano il 65% di raccolta differenziata. Le performance migliori si registrano a Follo 85,7%, Ricco del Golfo 84,8% e Carrodano 83,9%.
La città della Spezia con 93.529 abitanti raggiunge il 74,9% di raccolta
"Per quanto riguarda la differenziata nel 2019 la Liguria ha raggiunto e superato (con il 53,4%, +3,8% rispetto al 2018) il valore del 50% che avrebbe dovuto raggiungere nel 2009, ed è tra le peggiori regioni del nord Italia. Il dato regionale è affossato da Genova che non riesce a far decollare la propria raccolta differenziata" si legge.
Anche nel 2019 la Provincia della Spezia ottiene i risultati migliori: raccolta differenziata al 73,9% (+4,4% rispetto al 2018), su 32 comuni 5 sono rifiuti free, 27 superano il 65% di raccolta differenziata. Le performance migliori si registrano a Follo 85,7%, Ricco del Golfo 84,8% e Carrodano 83,9%.
La città della Spezia con 93.529 abitanti raggiunge il 74,9% di raccolta
differenziata nel 2019.
Stazionaria la provincia di Savona che registra il 61,5% di differenziata solo 1,5% in più rispetto il 2018. Su 69 comuni 21 sono rifiuti free, 55 superano il 65% e 3 non raggiungono il 35%. Rialto si conferma il comune più virtuoso 90,4% a seguire Garlenda 86,2% e Vendone 85,1%. La città di Savona con 60.087 abitanti raggiunge il 43,8% di raccolta differenziata.
Conferma il trend di crescita la provincia di Imperia che raggiunge il 54,4% (+8,2% sul 2018) di differenziata ma su 66 comuni nessuno è rifiuti free, solo 10 raggiungono il 65% mentre 20 riciclano meno del 35%. Bene Imperia che con 42.507 abitanti ha raggiunto il 66,9%.
Tallone d'Achille resta la provincia di Genova con 44,6% di raccolta differenziata (+3,1 rispetto al 2018) su 67 comuni solo 1 è rifiuti free (Leivi), 28 raggiungono il 65% e 11 differenziano meno del 35%. A incidere negativamente è soprattutto la città di Genova che con 573.285 abitanti
Stazionaria la provincia di Savona che registra il 61,5% di differenziata solo 1,5% in più rispetto il 2018. Su 69 comuni 21 sono rifiuti free, 55 superano il 65% e 3 non raggiungono il 35%. Rialto si conferma il comune più virtuoso 90,4% a seguire Garlenda 86,2% e Vendone 85,1%. La città di Savona con 60.087 abitanti raggiunge il 43,8% di raccolta differenziata.
Conferma il trend di crescita la provincia di Imperia che raggiunge il 54,4% (+8,2% sul 2018) di differenziata ma su 66 comuni nessuno è rifiuti free, solo 10 raggiungono il 65% mentre 20 riciclano meno del 35%. Bene Imperia che con 42.507 abitanti ha raggiunto il 66,9%.
Tallone d'Achille resta la provincia di Genova con 44,6% di raccolta differenziata (+3,1 rispetto al 2018) su 67 comuni solo 1 è rifiuti free (Leivi), 28 raggiungono il 65% e 11 differenziano meno del 35%. A incidere negativamente è soprattutto la città di Genova che con 573.285 abitanti
raggiunge solo il 35,5% di raccolta differenziata.
Complessivamente in Liguria, il numero dei comuni rifiuti free (che raggiungo il 65% di differenziata e hanno un procapite di secco residuo inferiore ai 75 kg per abitante all'anno) tra il 2018 e il 2019 resta sostanzialmente invariato (da 26 a 27). Confortanti risultano i dati dei comuni costieri considerato che, quando ancora in era pre covid subivano una forte pressione antropica nei mesi estivi, due comuni su tre sono diventati Comuni Ricicloni superando il 65% di raccolta differenziata.
"A fronte dei dati riportati nel Dossier, la questione più urgente resta la mancanza di impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti che consentirebbero di avviare una seria ed efficace economia circolare dei materiali post consumo permettendo alla nostra regione di qualificarsi in termini ambientali. Per questo è necessario sviluppare impianti di biodigestione per il trattamento della frazione organica con produzione di biogas, individuando le opportune aree in provincia di Imperia, nella provincia della Spezia, a Genova e nel Tigullio. Per quanto riguarda Genova, la costruzione di un impianto per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti prodotti nel
Complessivamente in Liguria, il numero dei comuni rifiuti free (che raggiungo il 65% di differenziata e hanno un procapite di secco residuo inferiore ai 75 kg per abitante all'anno) tra il 2018 e il 2019 resta sostanzialmente invariato (da 26 a 27). Confortanti risultano i dati dei comuni costieri considerato che, quando ancora in era pre covid subivano una forte pressione antropica nei mesi estivi, due comuni su tre sono diventati Comuni Ricicloni superando il 65% di raccolta differenziata.
"A fronte dei dati riportati nel Dossier, la questione più urgente resta la mancanza di impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti che consentirebbero di avviare una seria ed efficace economia circolare dei materiali post consumo permettendo alla nostra regione di qualificarsi in termini ambientali. Per questo è necessario sviluppare impianti di biodigestione per il trattamento della frazione organica con produzione di biogas, individuando le opportune aree in provincia di Imperia, nella provincia della Spezia, a Genova e nel Tigullio. Per quanto riguarda Genova, la costruzione di un impianto per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti prodotti nel
capoluogo non sarà sufficiente da solo a raggiungere quell'obiettivo se a quella soluzione impiantistica non sarà affiancato un biodigestore per il trattamento della frazione umida" ha spiegato Federico Borromeo, direttore di Legambiente Liguria.
IL COMMENTO
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