Leonardo, l'ex Finmeccanica, ha comunicato ai sindacati di essere alla ricerca di un socio industriale per la Business Unit Automation, l'ex Elsag che occupa circa 400 persone, in gran parte nel capoluogo ligure. E' quanto emerge al termine dell'incontro al quale per il gruppo ha partecipato il direttore generale della BU Gianmarco Cremonesi. L'unità non è ritenuta 'core business' da Leonardo e l'intenzione è quella di cercare un partner appunto per farla crescere e valorizzarla al meglio anche nell'interesse dei dipendenti: Le dimensioni nel mercato di riferimento in cui l'ex Elsag opera sono circa sette volte superiori a quelle della società, si parla di circa 150 milioni contro almeno 1 miliardo.
L'azienda ha parlato ai sindacati dell'intenzione di procedere entro fine anno all'operazione, su cui non c'è già nulla di definito, pensando di poter comunicare il nome del possibile partner già per l'estate. Un nuovo incontro ci sarà il mese prossimo. Dai sindacati si raccoglie preoccupazione soprattutto per la possibile uscita della società dal perimetro Leonardo e quindi a quel punto per le possibili conseguenze sui livelli occupazionali.
"La garanzia maggiore sarebbe che venisse trovato il partner industriale e la società restasse all'interno di Leonardo. Il gruppo ha già altre società partecipate come Telespazio, Mbda o Thales Alenia Space - sottolinea Marco Longinotti della Fim Cisl Genova -. L'operazione non deve avvenire portando i lavoratori genovesi al di fuori del perimetro di Leonardo. Rilancio sì certamente, ma a pagare non sia sempre la realtà genovese - aggiunge -. Il messaggio deve essere chiaro per tutti e non solo per l'azienda ma anche per il mondo politico genovese che deve continuare a perorare la causa del territorio non solo con i titoli sui giornali".
"Valutiamo in maniera estremamente negativa l'operazione che dichiara la volontà di rafforzare tale attività ma che praticamente, a maggior ragione nell'attuale situazione di mercato, rischia concretamente di mettere a rischio centinaia di posti di lavoro", affermano il segretario generale Fiom di Genova Bruno Manganaro, con Stefano Bonazzi, sempre della segreteria Fiom di Genova. "L'Azienda dichiara che l'individuazione del partner avverrà nei prossimi mesi. Non vorremmo che qualcuno in Piazza Montegrappa pensasse di accelerare tale operazione per fare cassa senza tenere conto del costo sociale di tale operazione - aggiungono -. Non sarebbe la prima volta come la vicenda Bailey ci ricorda. Cedere l'automazione significa mettere in discussione la presenza stessa di Leonardo a Genova, nella più classica delle logiche del carciofo sfogliato di foglia in foglia. Come Fiom ci opporremo sempre ad operazioni di questo tipo: Genova non può accettare di perdere altri pezzi della propria industria. Siamo sicuri che i lavoratori e la città saranno in grado di rispondere adeguatamente".
"Siamo sempre stati favorevoli alle valorizzazioni delle attività - dichiarano Antonio Apa, segretario generale della Uilm di Genova e Bruno Cantonetti della segretaria nazionale - ma non potremo permettere che questo percorso rappresenti una scorciatoia per uscire anche da questo settore dopo che nel passato abbiamo assistito ad altre cessioni di rami di azienda, come quello del segnalamento ferroviario o della costruzione dei treni". "Quando sarà chiaro il modello di riferimento avremo modo di giudicare nel merito ma deve essere chiaro da subito che non potremo accettare dismissioni di attività e di lavoratori".
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Ex Elsag, Leonardo alla ricerca di un socio industriale per difendere l'azienda
L'azionista pubblico comunica ai sindacati l'intenzione di integrare la compagine societaria
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