cronaca

Rimane la preoccupazione per le regole da applicare per poter ripartire
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Dal 26 aprile dovrebbero iniziare le prime aperture con il nuovo decreto atteso in questi giorni. Da quanto si è appreso al momento per quel che riguarda il settore dell’attività sportiva dovranno ancora attendere i titolari di palestre o piscine al chiuso, per loro la riapertura è prevista per il 1 giugno. Non c’è solo la speranza di poter riaprire, rimane anche la preoccupazione in merito alle regole che dovranno essere applicate per poter ripartire e soprattutto se sarà economicamente sostenibile riiniziare la propria attività con regole troppo stringenti.




 
 
“Il governo e le regioni stanno decidendo le linee guida – sottolinea Alessandro Ribolini, presidente della società che gestisce le piscine del parco del 2 Giugno – Per noi questo sarà fondamentale, gli impianti si basano  economicamente su un equilibrio dato dal tipo di attività che si può fare e dal numero di frequentatori, soprattutto in una piscina dove i costi sono fissi a prescindere dal numero di persone che entrano. Dovremo capire se sulla base delle indicazioni si potrà aprire e quanto potrà essere sostenibile la riapertura dal punto di vista economico. Dalla fine di ottobre i nostri dipendenti sono rientrati in cassa integrazione di nuovo dopo la primavera del 2020, la struttura anche da chiusa ha dei costi fissi e le utenze pesano anche se l’impianto non è in funzione”.




 
 
 
“Dopo più di 7 mesi fermi rivediamo la possibilità di ripartire – così Mirko Tonelli, titolare di una palestra alla Spezia -  Speriamo di avere regole certe che ci consentano di far ritornare in palestra un numero di persone adeguato anche alle richieste. La partenza al momento è ancora un punto interrogativo. Abbiamo deciso di continuare a svolgere gli allenamenti all’aperto in questo periodo perlomeno per rivedere i nostri clienti, ovviamente nel rispetto delle regole e delle normative anticontagio”.