La Serie A si spacca ancora e stavolta l'occasione è il "golpe" della Superlega, il progetto di campionato europeo a inviti che aveva visto tra le 12 promotrici Juventus, Inter e Milan. Undici club della massima categoria, fra cui Sampdoria, Genoa e Spezia, hanno infatti chiesto formalmente a Paolo Dal Pino, presidente della Lega Calcio di Serie A, di convocare un’assemblea d’urgenza per “analizzare i gravi atti posti in essere dai club e dai loro amministratori e le relative conseguenze”.
Hanno firmato la lettera Roma, Torino, Bologna, Genoa, Sampdoria, Sassuolo, Spezia, Benevento e Crotone, ovvero le società che avevano sostenuto l’ingresso dei fondi di investimento in una società televisiva con la Serie A come azionista, più Parma e Cagliari, sin qui piuttosto neutrali. Non hanno invece firmato Napoli, Lazio, Fiorentina, Atalanta e Verona.
Il fatto che lo schieramento "fondista" si sia arricchito di due club a rischio di retrocessione, il Parma spacciato e il Cagliari tutt'altro che salvo, la dice lunga sulle prospettive della mossa appena compiuta dagli undici club.
Il ragionamento che circola fin dalle prime ore dell'apparente rinuncia al progetto Superlega, infatti, è stringente: se un calciatore trucca una partita prende una squalifica pluriennale, se lo fa una società la pena è la retrocessione. Ma truccare una partita è davvero più grave di quel che avevano fatto le dodici della Superlega, ovvero mandare all'aria tutto l'assetto storico del calcio?
Nelle ore del lancio e del ritiro del progetto, si erano adoperate per analogia le categorie del diritto costituzionale, con il reato di "alto tradimento e attentato alla Costituzione". La storia poi dice che i colpi di Stato, perché questo era un colpo di Stato, o riescono e allora i promotori prendono il potere, oppure falliscono e allora i rivoluzionari pagano con l'esilio o con la vita.
Ecco forse perché Cagliari e Parma si sono aggiunte al "gruppo dei fondi": perché tra le ipotesi circolate, subito dopo il ritiro (definitivo?) del progetto, si era parlato anche di una sanzione esemplare. Secondo alcuni Inter, Milan e Juventus non verrebbero punite con il declassamento, ma la loro stagione verrebbe "neutralizzata", riformulando la classifica come se non ci fossero, ai fini dell'assegnazione di scudetto, coppa Italia e posti europei. Ma c'è anche chi vorrebbe la retrocessione a tavolino, che ovviamente sconquasserebbe il calcio italiano ed europeo, oltre a rendere naturalmente scontato il prossimo campionato di serie B. Vedremo. Di certo l'assemblea di Lega sarà uno scontro durissimo, anche perché i club che chiedono sanzioni contro le tre "golpiste" sono la maggioranza.
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Sampdoria, Genoa e Spezia per la linea dura: "Punire i tre club italiani della Superlega"
Undici società di A, tra cui le tre liguri, chiedono alla Lega sanzioni contro Juve, Inter e Milan
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