cronaca

Nel suo monologo lo showman ricorda la Liguria e cita Primocanale
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“Come ligure, ho tante cose da dire. Diventiamo una riserva come i Sioux”.
Così, poco dopo le 22 di venerdì sera, esplode come una fucilata al Paese, il monologo di Maurizio Crozza, sul canale 9 della tv, all’interno del suo storico programma di successo “Fratelli di Crozza”.

L’artista genovese, giostrando fra le sublimi imitazioni di De Luca e Zaia, ha aperto uno squarcio sulla nostra realtà e ha centrato il suo monologo elencando, uno dopo l’altro, i disastri infrastrutturali che incombono sulla nostra regione.

E, mentre Crozza esplodeva con un testo duro, forte, preciso, contro i poteri forti, ecco alle sue spalle comparire il titolo dell’articolo che Primocanale aveva lanciato al mattino in apertura sul proprio sito.
E con il titolo, l’immagine desolante del viadotto valle Ragone, sulla A12, tra Lavagna e Sestri Levante, scarnificato nel cemento fino a farne emergere le armature arrugginite.

“Guardate quei pilastri lì, sembrano dei cracker. Non vedono manutenzione dai tempi di Asterix”.
È una sintesi agghiacciante quella che Crozza rivela al Paese e che dimostra il nostro isolamento territoriale. E che minuziosamente elenca nel suo monologo.

Il collasso del ponte levatoio della darsena di Pagliari, alla Spezia. Ma prima è caduto il Morandi, poi è franato quello ad Altare, poi quello sul Magra. Cosa succede in Liguria?”.

È quello che ci chiediamo anche noi da tempi non sospetti.
Grazie a Maurizio Crozza per aver esposto al Paese la drammatica situazione della nostra regione.
Grazie da liguri a un ligure.