1) Riconoscimento della mancanza di continuità territoriale
2) Regolamentazione e limitazione del traffico su autostrade per tir e auto
3) Più treni, più aerei, più traghetti e navi per diminuire l’isolamento di Genova e della Liguria
C'è bisogno di concretezza: è necessario che la politica intera affronti il problema della Liguria in modo pragmatico. A livello nazionale non si parla del nostro problema: l’informazione nazionale tace sulla situazione del traffico sulle autostrade liguri, Confindustria Genova gioca alle tre scimmiette e neppure nel convegno nazionale dei giovani industriali, che si tiene a Genova, riesce a inserire il gravissimo tema dell'isolamento della Liguria. Mi auguro solo che i partecipanti da tutta Italia passino ore e ore in coda in autostrada affinché capiscano singolarmente il dramma che viviamo ogni giorno noi liguri.
E’ inutile parlare di opere che si vedranno -se va bene- almeno fra 10 anni. E’ inutile e offensivo parlare di abolizione dei pedaggi quando si rischia la vita e il posto di lavoro nelle infinite code sull’intero sistema autostradale dalla Spezia a Ventimiglia
Vogliamo e proponiamo soluzioni immediate e concrete: Il riconoscimento della mancanza di continuità territoriale è il primo passo da compiere e da ottenere dal Governo Draghi e dal Ministro Giovannini. Cosa che nessuno chiede: non piacerà il nome, sarà difficile da capire, ma è indispensabile per poter intanto finanziare con soldi pubblici dei collegamenti, senza incorrere in sanzioni per aiuti di Stato. L’ho invocata la prima volta con interrogazione e lettera al Ministro Graziano Delrio il 10 novembre 2015 (CLICCA QUI).
Fondamentale anche la limitazione del traffico dell'autotrasporto. E' inutile voler far entrare 5.000 tir in Liguria se nel sistema autostradale ligure ridotto ad una corsia ce ne stanno al massimo 1.000. Si crea un grave pericolo a tutti gli utenti, si blocca così per incapacità e superficialità tutto il traffico veicolare.
Devono essere assolutamente create delle aree per parcheggi a nord: nella zona di Serravalle per la A7, ad Alessandria per la A26, a Cuneo per la A6, dove i tir vengono fermati e attendono per entrare in Liguria che ne escano altri. Vista la situazione di assoluta emergenza, di cantieri, corsie uniche, scambi carreggiata si deve chiarire quale sia il numero massimo di mezzi pesanti che possono essere presenti contestualmente sull’attuale sistema autostradale ligure. E almeno cerchiamo di migliorare la scorrevolezza anche per chi viaggia in automobile.
Va vietato totalmente il traffico pesante tra le 7 e le 9.00 e tra le 17 e le 21. Si devono aprire i porti in orari notturni e gestire il flusso prima che i mezzi pesanti entrino in Liguria. Bisognerebbe chiudere i caselli a tutto il traffico, se vi sono code oltre un determinato numero di chilometri.
Vanno incrementati treni e aerei a prezzi bassissimi che incentivino il loro utilizzo: altro che continuare a pagare centinaia di euro per un Genova Roma sulla cosiddetta "compagnia di bandiera" Alitalia. Si valuti anche come incentivare e sperimentare un sistema che utilizzi il mare per collegare la Liguria da Ventimiglia alla Spezia con scalo a Savona, a Genova e nel Tigullio, sia per il traffico dei passeggeri sia per i mezzi pesanti.
Politica nazionale e locale, associazioni di categoria, mondo economico e sindacati devono farsi carico di fare proposte concrete e trovare soluzioni di immediata applicazione. Invece vengono chiesti ristori solo per alcune categorie e sconti sui pedaggi. Aria fritta!!!
Noi proponiamo tre punti da applicare in tempi brevissimi. Se non vanno bene, se ne propongano altri, ma bisogna dire basta a tutti coloro che fanno finta che il problema non esista e che per paura della lobby delle autostrade e soggetti collegati, preferiscono fare gli “struzzi”.
*Maurizio Rossi, Membro ottava commissione trasporti del Senato XVII legislatura
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