
Nei giorni scorsi, subito dopo il preannuncio via web delle iniziative dal basso, erano circolate ipotesi di contrasto sul piano dell'incriminazione giudiziaria per reati non lievi, dal blocco stradale all'interruzione di pubblico servizio: prospettiva che sembra aver disincentivato le frange più battagliere del movimento di opposizione alle restrizioni programmate a carico di chi non disponga dell'attestazione di avvenuta vaccinazione.
Sono intervenuti nel corso di "Al servizio del pubblico", dialogando con Maurizio Michieli, alcuni protagonisti delle proteste. Leonardo Sinigaglia di "Libera piazza genova", tra le altre cose ha detto: "I no vax non esistono, è una categoria mediatica. Esistono milioni di persone che si stanno opponendo a green passe e alle politiche del governo Draghi. Le manifestazioni, lanciate in maniera anonima, hanno avuto lo scopo di rappresentare istanze, ma non esiste una vera organizzazione. Le manifestazioni come quella della stazione sono lanciate da canali di gruppi piccolissimi, che lanciano mobilitazioni spontanee"
Alessia Rizzelli, del "gruppo Telegram studentesco contro green pass", sostiene infine in punto di diritto l'impraticabilità giuridica del green pass, aggiungendo "Perché io dovrei fare tampone se sono sana? Come incarcerare una persona prima di subire un processo. La vaccinazione Covid ha dato effetti avversi fino alla morte come è stato specificato dai giornali. E la società deve garantire la protezione della vita".
IL COMMENTO
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