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Avventura e scene mozzafiato nel film di Cary Fukunaga
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‘Mi chiamo Bond, James Bond’: quanto ci è mancata questa frase che non sentiamo pronunciare da sei anni e che finalmente ritroveremo nelle sale a partire da domani con l’arrivo del venticinquesimo film di una delle più famose saghe del grande schermo. ‘No time to die’, questo il titolo, è forse il simbolo di quanto la pandemia abbia influito sul mercato cinematografico (un’uscita programmata e poi rinviata più volte, previsto prima ad aprile e novembre del 2020 e poi ancora nell’aprile scorso) ma che può diventare adesso – e forse l’agente segreto di Sua Maestà era l’unico in grado di riuscire nell’impresa – l’emblema di una vera ripartenza, soprattutto dopo la decisione di allargare all'80% la capienza delle sale.

Il film, girato anche in Italia, soprattutto a Matera, e diretto da Cary Fukunaga, comincia laddove era finito il precedente ‘Spectre’. 007 si è ritirato e si gode una vita tranquilla in Giamaica quando l’amico di vecchia data Felix Leiter, agente della CIA, gli chiede aiuto per ritrovare uno scienziato rapito. La missione si rivelerà davvero complicata perché lo metterà di fronte ad un nuovo temibile avversario: un terrorista in possesso di armi estremamente distruttive. E cosa vuol fare di solito al cinema un terrorista che possiede armi estremamente distruttive se non scatenare un pericolo a livello mondiale? Una trama che rappresenta come sempre l’opportunità per mostrarci scene assolutamente adrenaliniche di cui un assaggio è a disposizione nel trailer, a cominciare da un emozionante inseguimento proprio nelle piccole strade di Matera dove Bond, ovviamente a bordo della consueta Aston Martin DB 5 equipaggiata di mitragliatrice ed altri piccoli ammennicoli atti ad offendere come per esempio un distributore di mine, è inseguito dai cattivi a folle velocità. E a proposito di cattivi, in un cast che tra i protagonisti vede anche Christoph Waltz e Lea Seydoux, il cattivo-principe è Rami Malek, Oscar per ‘Bohemian rhapsody’ dove si è calato nei panni di Freddy Mercury.

Ma ‘No time to die’, indipendentemente dal successo che potrà o (più difficilmente) non potrà avere, resterà comunque nella storia perché segna l’addio di Daniel Craig al personaggio di 007 dopo averlo interpretato per cinque volte in sedici anni. Già è partito il toto-successore. Per qualche tempo, alcuni mesi fa si era parlato addirittura di un James Bond donna facendo riferimento a Lashana Lynch, 32 anni, londinese di nascita ma di origini giamaicane, che è già tra i protagonisti di ‘No time to die’ nel ruolo di una collega di 007 con cui all’inizio ha un rapporto fortemente contrastato che poi finisce per appianarsi. Un’ipotesi però già smentita oltre che dalla produttrice Barbara Broccoli anche dallo stesso Craig che al riguardo è stato abbastanza tranchant affermando (aggiungerei con qualche rischio, in questi tempi di politically correct) che l’agente segreto più famoso del mondo “non potrà mai essere una donna”. Tanti i nomi che girano: dall’afro-americano Idris Elba a Benedict Cumberbatch passando per James Norton, Henry Cavill e Regé-Jean Page, l’affascinante duca di Hastings nella serie Netflix ‘Bridgerton’. Da grande appassionato dei romanzi di Ian Fleming prima e dei film dopo, ho solo una richiesta da fare: scegliete presto e – pandemie o altri eventi catastrofici permettendo – non fateci più aspettare sei anni per un nuovo film. Perché ‘Mi chiamo Bond, James Bond’, l’ho già detto prima, ci è davvero mancato, porca miseria se ci è mancato!