
L'ingegnera era "il terminale ligure di un’associazione a delinquere dedita alle frodi informatiche e al riciclaggio", si legge nella nota della Polizia. "Esperta nel creare nuove identità, ritirava presso punti di recapito sempre diversi della provincia di Genova, gli oggetti che acquistava sui portali di e-commerce utilizzando fondi, carte di credito e conti bancari di ignari malcapitati".
La donna usava documenti falsi oppure reclutava terze persone per il ritiro dei pacchi. Vendeva e comprava smartphone e altri materiali elettronici, riciclando i materiali e la criptovaluta.
"Nel corso della perquisizione domiciliare, gli investigatori della sezione financial cybercrime della Polizia Postale hanno sequestrato numerosi POS e centinaia di carte di credito appositamente attivate per riciclare i proventi derivanti da truffe e frodi informatiche", conclude la Polizia, mentre gli investigatori stanno ancora analizzando il materiale informatico sequestrato.
IL COMMENTO
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