E' l'ora della verità per la tragedia di Ponte Morandi: oggi alle 9.30 nella tensostruttura bianca che occupa l'intero cortile del tribunale di Genova inizia l'udienza preliminare dell'indagine sulla tragedia per cui la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per 59 indagati (più le società Autostrade per l'Italia e Spea) dei 69 che erano stati iscritti sul registro degli indagati dopo il crollo del 14 agosto 2018 che ha causato la morte di 43 persone.
Primocanale segue in diretta la giornata dedicando interamente la sua programmazione a quello che è successo dal 14 agosto 2018 a oggi (GUARDA QUI).
Processo Morandi al via: tre anni di indagini, 43 morti e 59 indagati. Primocanale in diretta
La prima udienza davanti al giudice per l'udienza preliminare Paola Faggioni sarà chiusa al pubblico: dopo l'appello delle parti ci sarà l'attesa presentazione delle parti civili, fra cui il comune di Genova, la Regione Liguria e i tre sindacati confederali.
Nonostante il 95% per cento dei familiari delle 43 vittime di Ponte Morandi sia già stato risarcito strategicamente da Autostrade per l'Italia i familiari di chi ha perso la vita nella tragedia potrebbero prendere parte ugualmente all'udienza preliminare come parti civili perché facenti parti del comitato stesso che ha svolto accertamenti per arrivare alla verità sulle cause della tragedia del 14 agosto 2018.
Il colpo di scena potrebbe arrivare dall'istanza dell'avvocato Raffaele Caruso che rappresenta il comitato ricordo delle e gli abitanti e le imprese della zona arancione. Il legale ha chiesto che il Comitato dei familiari possa essere inserito fra le parti civili, non per ottenere altri risarcimenti ma per essere parte attiva nel procedimento.
Come anticipato a Primocanale dal procuratore facente funzioni Francesco Pinto, è già stato stilato un fitto calendario di udienze: saranno tre alla settimana, da ottobre a dicembre.
Le indagini sul disastro sono state coordinate dai titolari dell'inchiesta, i pm Massimo Terrile e Walter Cotugno, insieme all'ormai ex procuratore capo Francesco Cozzi ed all'aggiunto Paolo D'Ovidio.
Le parti offese sono 357: i parenti delle 43 vittime, i feriti e i traumatizzati, e le associazioni Assoutenti, Adoc e Adiconsum e Codacons. La stragrande maggioranza però non saranno parte civile perché già risarcita da Autostrade.
Toccherà al giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni pronunciarsi sull'ammissibilità delle associazioni o di altre singole posizioni come parte civile.
Ma oggi sarà anche il momento della ricusazione del Gup Paola Faggioni da parte degli avvocati di Autostrade per l'Italia perchè si era già pronunciato in qualità di Gip su alcuni indagati, fra l'ex amministratore delegato di Aspi Castellucci, nell'inchiesta parallela sulle barriere fonoassorbenti. La decisione sarà presa entro pochi giorni dai giudici della Corte di Appello. Ma questo contrattempo non rallenterà il processo.
Nell'udienza preliminare il giudice valuterà le ipotesi di accusa in contraddittorio con le argomentazioni contrarie portate dalla difesa, all'esito di tutto questo il giudice valuterà per quale imputato sarà raggiunta una sufficiente prova per l'esercizio dell'azione penale.
I 59 indagati devono rispondere a vario titolo di omicidio colposo plurimo, crollo colposo, omicidio stradale, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Per gli investigatori del Primo Gruppo della Guardia di finanza guidati dal colonnello Ivan Bixio gli indagati conoscevano le condizioni del viadotto Morandi, erano consapevoli dei rischi, tanto che stavano per intervenire con un progetto di retrofitting. L'unico intervento di messa in sicurezza fu effettuato nel 1993 sulla pila 11 del ponte, nonostante la pila 9, quella che ha provocato la tragedia, avesse una percentuale di corrosione del 90%.
I lavori strutturali e urgenti però sono stati rinviati per seguire la logica del risparmio e dei maggiori dividendi. Logica che sarebbe stata imposta dall'alto, ed è anche per questo che a processo finiranno anche i vertici di Autostrade e di Spea, la società che ha omesso di svolgere il suo ruolo di controllore.
Il procuratore di Genova facente funzione Francesco Pinto a Primocanale nei giorni scorsi ha detto: "Sono rimasto sorpreso dalla sfrontatezza e dal cinismo con cui alcuni indagati dell'indagine sul crollo del Morandi parlavano sul tema della sicurezza, e dire che il 14 agosto del 2018 ero passato sul ponte con mia moglie appena quindici minuti del crollo...".
Processo Morandi, il procuratore Francesco Pinto: "Colpito dalla sfrontatezza e dal cinismo degli indagati sul tema sicurezza" – L’INTERVISTA
Pinto alla domanda come spiegherebbe a un bambino perché è crollato il ponte Morandi ha risposto: "I bambini hanno fantasia, bisogna fargli capire che l'uomo può con le sue grandi capacità e grande ingegno può costruire delle grandi opere ma al tempo stesso con negligenza e incuria e anche egoismo personale può anche contribuire a distruggerle".
cronaca
Genova, via al processo sulla strage provocata dal crollo di ponte Morandi
Primocanale in diretta. Alle 9.30 prima udienza preliminare per i 59 dirigenti e tecnici indagati per la morte di 43 persone
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