porti e logistica

Tre aree calde: Albertazzi a San Benigno, Psa a Pra', Etiopia
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 Un lunedì e una settimana che si preannunciano campali a Genova per le proteste annunciate ai varchi portuali. Dopo l'ingresso dell'obbligo di green pass di venerdì scorso, è a inizio settimana che è atteso il "carico" maggiore di accessi ai terminal, che verrà contrastato dai presidi ai varchi.

Tre le aree calde:
il varco di ponte Etiopia a Genova Sampierdarena, in lungomare Canepa, divenuto il fulcro della protesta e dove alcuni lavoratori hanno passato anche la notte e l'intero fine settimana; il varco Albertazzi dedicato a passeggeri e merci, a San Benigno, dove l'ingresso è bloccato anche per le auto dei passeggeri che devono entrare da Ponte dei Mille per raggiungere gli imbarchi. Dopo una mattinata tutto sommato tranquilla, i manifestanti hanno deciso di bloccare definitivamente varco Albertazzi. Fino metà mattinata era ancora possibile il passaggio per persone e merci deperibili, mentre verso le ore 13,30 sono il varco è stato "chiuso" per tutti. Sembrerebbe che il blocco dei manifestanti durerà fino alle ore 14. Qualche momento di tensione nella via adiacente: gli agenti del reparto mobile arrivati sul posto dopo l'occupazione da parte dei manifestanti si sono tolti il casco, probabilmente per stemperare la situazione e evitare qualsiasi tipo di scontro. Anche al varco del terminal Psa di Genova Pra'. Qui questa mattina è nata nuovamente la protesta che somma l'obbligatorietà del certificato verde con - è il caso di Pra' - un rinnovo contrattuale sul quale non si trova ancora l'accordo.

Le proteste ai varchi, organizzate dal coordinamento dei lavoratori portuali, dovrebbero andare avanti almeno fino a mercoledì. Alle 7 di lunedì mattina era attivo un presidio a varco Etiopia. Alle 8 segnalate circa cento persone al varco Albertazzi di San Benigno, dove le auto passeggeri vengono deviate verso ponte dei Mille e dove la situazione è particolarmente calda, con alcuni autotrasportatori giunti da fuori regione hanno cercato anche di interrompere la diretta di Primocanale.

"Abbiamo scritto al Prefetto segnalando l'attenzione che deve essere posta sull'operatività dei varchi perché siamo consapevoli della tensione che c'è tra le categorie e questo può essere un rischio anche dal punto di vista dell'impatto sociale", dice Giampaolo Botta, direttore generale Spediporto. "Ne veniamo da mesi di incredibili difficoltà dovute a infrastrutture, cantieri in autostrada, tempi lunghissimi di percorrenza, difficoltà in porto legate alle attese per l'entrata a certi terminal e oggi abbiamo anche il tema dei green pass e dei tamponi. Abbiamo aperto a Tortona un centro per gli autotrasportatori senza green pass che vogliono fare tampone e lì solo stamattina abbiamo già 150 camion fermi".


I lavoratori Culmv già venerdì scorso avevano annunciato che sarebbero entrati al lavoro regolarmente e nel primo giorno di blocchi solo pochi tra loro avevano protestato. Preoccupato il presidente dell’Autorità di sistema portuale Paolo Emilio Signorini, nel constatare i numeri e le criticità:"Abbiamo oltre 5000 mezzi pesanti al giorno che arrivano ai varchi. Anche solo un 10% di quei 5mila, con autisti non vaccinati, creerebbe grandissimi problemi" aveva dichiarato venerdì scorso.

Per i camionisti senza green pass partiranno i tre punti tampone previsti dopo l'accordo della settimana scorsa tra l'Autorità stessa, la Prefettura e Alisa: un primo in corrispondenza dell'area gestita da Music for Peace a San Benigno, uno nell'area antistante l'ingresso del terminal PSA a Genova Pra', un terzo nell'area ex Spinelli vicino al ponte Pieragostini a Cornigliano, alla foce del Polcevera: è proprio questo il solo attivo questa mattina.