cronaca

Il Comune: "Bisogna creare attività di divertimento sano e combattere i locali della mala movida"
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Dalla fine del coprifuoco ad oggi il tema movida è sempre più caldo, specialmente in centro storico a Genova. Fioccano le telefonate e le lamentele dei residenti: piazza delle Erbe, piazza Pollaiuoli, piazza San Bernardo, via San Bernardo e via San Donato. Si va da rumore, schiamazzi e assembramenti a cori, risse e atti vandalici contro le saracinesche fino alle 3 di notte. A mostrarlo sono i video-denuncia dei cittadini. Per questo motivo è stata convocata un’assemblea giovedì 11 novembre ore 21 nel Chiostro di S. Maria di Castello. "Noi non siamo contro la movida", spiega Laura Accomando, residente e commerciante del centro storico. "Anzi apprezziamo la movida, ma non questa. So che molti vorrebbero la riduzione degli orari di apertura per gli esercenti, anche se io personalmente non credo che questa possa essere una vera soluzione. Certo che se si riuscisse ad anticipare di un pochino l’orario di rientro a casa, anziché alle 3, sarebbe meglio".

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Ha diviso in due i nostri utenti la proposta di chiudere i locali alle 23:30, proposta circolata su un volantino del Comitato Vivere il Centro Storico e poi rettificato. Nel nuovo comunicato, infatti, si pone l’accento sui disagi patiti come "vandalismo all’interno dei portoni, risse, aggressioni, la violenza notturna", per cui si deve affrontare "lo stato depressivo indotto non solo dal mancato riposo ma dal dover constatare lo scempio di una generazione di giovani e ancor più giovanissimi riuniti in assembramenti giganteschi, lasciati allo sbando, che pensano di trovare 'forza' nell’abuso di alcol ed altre sostanze e 'soddisfazione' nell’urlare cori demenziali come il 'bevo, bevooo', nell’urlare sotto le finestre degli abitanti - anche minacciandoli".

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Centinaia i commenti, dove da una parte alcuni si dicono d’accordo con chi si lamenta, dall’altra invece altri chiedono più controlli e difendono locali e movida. Michela ad esempio commenta "Basterebbe avere sempre educazione e rispetto degli altri. Purtroppo c’è sempre qualcuno che ingiustamente ci rimette, chi deve lavorare e chi ci abita". Christian, invece, ribatte "Anziché chiedere al Comune degli incentivi per insonorizzare meglio il proprio appartamento preferiscono affossare l'economia del centro storico per poi lamentarsi quando di sera lo trovano deserto e hanno paura". Per altri è il prezzo di vivere in centro, come per Valentina che dice "Vivere nei vicoli è uno stile di vita, quello genovese poi è noto davvero a tutti,ci sono molti appartamenti in entroterra che non avranno mai di certi disagi: un po’ come vivere a Mikonos o a Las Vegas e pretendere silenzio". O c'è chi ironicamente pone l’accento sulle problematiche di altri vicoli dicendo "In effetti è meglio dare spazio agli spacciatori, se lo meritano..." firmato Arianna.

Non sono d'accordo i cittadini. "Dispiace il discorso che se non siamo contenti di questo centro storico dobbiamo andarcene", sottolinea Laura a Primocanale. "Chi dice che siamo vecchi e vogliamo andarcene a dormire alle 10 non si rende conto che alle 3 questo casino c'è tutte le notti". Ma i problemi sono di diversa natura. Da una parte ci sono i pubblici esercizi che svolgono la propria attività in piena regola, dall’altra i giovani che vogliono divertirsi e quelli che invece esagerano con alcool e bagordi e dall’altra ancora i residenti che così non riescono più ad andare avanti. Una soluzione s’ha da trovare, nelle ultime settimane si era proposto di trasferire la zona della movida a Porto Parodi (PAROLA AL MUNICIPIO), a Cornigliano a Villa Bombrini (LA SOLUZIONE DEL PD), oppure all’interno di discoteche e locali privati al chiuso dopo la mezzanotte (LA PROPOSTA DELLA LEGA). 

"Bisogna creare attività di divertimento sano e combattere i locali della mala movida, attività dove i giovani possano trovare altri spunti rispetto ad uscire e abusare degli alcolici”, interviene nel dibattito l’assessore al centro storico del Comune di Genova Paola Bordilli. “Dopo le 23, tra l’altro ci sono anche adulti che escono e frequentano i vicoli per la vita notturna con gli amici”. Persone che ovviamente, però, non creano disturbo e che non possono 'pagare' per colpa di chi esagera. Di certo nuove proposte, eventi e manifestazioni pensati per un target under 30 potrebbero essere uno scatto in avanti per la città. C'è da dire anche, però, che sempre più giovanissimi, finiscono in coma etilico e questo è un tema sociale da affrontare a livello nazionale, non solo a Genova, specie nel post pandemia.