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Quando si guarda una partita della Sampdoria, è d'obbligo tenere gli occhi puntati su quel biondino con la maglia numero 99. C'é da star sicuri, prima o poi qualcosa combinerà. Che delizi la platea con giocate sopraffine o che dia sfogo a spropositate reazioni poco importa; quel che è certo è che Antonio Cassano sarà sicuramente protagonista. Colpi di genio calcistico e grandi esplosioni senza palla, da angelo della faccia sporca del nuovo millennio, per rinverdire il ricordo del trio Sivori-Angelillo-Maschio, i tre argentini tutti dribbling, gol e sfrontatezza a cavallo tra fine anni '50 e inizio '60. Quando come ieri, contro la Fiorentina, Cassano in 77 minuti riesce a condensare tutto, ma proprio tutto il suo repertorio, ecco che il Luigi Ferraris di Genova diventa il palcoscenico perfetto per l'Antonio Cassano show. Corre, gioca, lotta, protesta, sbraita, piange, segna, esulta. Fa di tutto e di più il talento barese e non può non monopolizzare le attenzioni. Strappa applausi quando con una grande giocata propizia il vantaggio della Sampdoria e quando di testa segna il goal del pareggio; fa arrabbiare quando, anche se probabilmente a ragione, si lamenta platealmente con il quarto uomo reo di non aver visto un fallo ai suoi danni; fa quasi tenerezza quando dopo essere stato ammonito dall'arbitro Gava, realizza che quel cartellino giallo lo costringerà a saltare la prossima partita, quella con la Roma, la sua ex squadra, e inizia a piangere e a disperarsi. "Ero arrabbiatissimo, mi hanno tolto la partita più importante della mia vita, avrei voluto giocare a tutti i costi", spiega a fine partita con aria sincera e smarrita. Poi però il viso si fa cupo quando il pensiero torna a Roma, a quella partita che non potrà giocare, al mancato incontro con l'ex amico Totti e a quella frase lanciata in settimana in cui aveva dichiarato pentimento per aver lasciato la capitale. "Ma qualcuno ci ha ricamato sopra - afferma - Ho solo espresso amore per la squadra. Totti? Spero di incontrarlo lo stesso e fare gli auguri di buon Natale". Perché in fondo Antonio è un ragazzo che ha bisogno di sentirsi importante e di essere coccolato e che alla Sampdoria sembra aver trovato il suo ambiente ideale. Non a caso da parte sua arrivano parole di miele per la Sampdoria e i suoi tifosi: "Mi hanno sostenuto e acclamato nel momento più difficile, li ringrazio e sono contento di aver festeggiato il goal insieme a loro. Qui a Genova sto benissimo, vorrei rimanere altri 3, 4 anche 5 anni". L'amore di Cassano verso la Sampdoria pare decisamente ricambiato. Dopo i cori dei tifosi, ecco le parole del suo allenatore Mazzarri e dell'amministratore delegato blucerchiato Marotta. "Gli do tutte le ragioni - dice il tecnico - ha solo detto al quarto uomo che poteva vedere il fallo netto ai suoi danni. Certo, dopo l'ammonizione ha avuto una crisi di nervi, ma é solo perché è stato danneggiato, il quarto uomo doveva aiutare l'arbitro, non fare il protagonista". Marotta punta invece sui sentimenti. "Il suo pianto riconcilia con la purezza di questo gioco. E' il pianto di un ragazzo di 25 anni che vive emozioni vere e sincere e non deve essere demonizzato". (Ansa)