Cronaca

1 minuto e 40 secondi di lettura
Spunta un altro filone nelle inchieste sul porto di Genova, e questa volta tocca due ex segretari generali, Alessandro Carena ed Erido Moscatelli: un sequestro cautelativo di beni personali per un importo pari a oltre 2 milioni e mezzo di euro é stato chiesto dall' ufficio inquirente al gip a loro carico. I due – scrive l’Ansa - sono accusati di truffa aggravata ai danni dell' Inps per aver chiesto e ottenuto la cassa integrazione straordinaria per lavoratori delle compagnie portuali Culmv e Petro Chiesa che non ne avevano diritto. Secondo quanto appreso, le richieste all' Inps sono state avanzate da Carena tra il 2004 e il 2005 e da Moscatelli tra il 2005 e il 2007. I due interessati per ora non parlano. Tentiamo di ricostruire però alcuni dati oggettivi: le due compagnie forniscono lavoro temporaneo, nei picchi di traffico, in virtù di un patto sul lavoro che venne sottoscritto con i terminalisti nel 2002, con l’approvazione del comitato portuale che nel 2003 rifiutò all’unanimità di modificarlo in base a quanto richiesto dal ministero dei trasporti che contestava solo, questo è un particolare importante, solo l’inserimento nel regolamento dei nomi Culmv e Pietro Chiesa, da specificare – suggeriva - nei provvedimenti autorizzativi. Quasi ogni anno il ministero ha chiesto notizie non solo al porto di Genova ma anche ad altri, come Taranto, Brindisi, Cagliari e Catania, sull’attuazione dell’articolo 17, quello previsto dalla legge sui porti ma in cui le compagnie genovesi non rientravano proprio i virtù del patto sul lavoro. E da qui si arriva alla richiesta del ministero dei trasporti all’autorità portuale di indire una gara per affidare il servizio di prestazione di manodopera. Sulla questione cassintegrazione, le elargizioni vennero decise non solo dai due ex segretari generali dell’Authority ma anche da una commissione nazionale composta dai ministeri dei trasporti, del lavoro, dai sindacati, da Assiterminal, Assoporti e altri soggetti. Come dire: che sorpresa è questa? Elisabetta Biancalani