Cronaca

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La rivolta del pendolari, che fa nascere comitati a ponente e a levante, arriva adesso anche in Regione e l’opposizione chiede le dimissioni dell’assessore ai trasporti Enrico Vesco, accusato di immobilismo e di aver creato soltanto danni ai viaggiatori. "Da gennaio -afferma il capogruppo di Forza Italia Gabriele Saldo- è aumentato il costo dell’abbonamento ferroviario e in cambio gli utenti hanno ricevuto solo maggiori ritardi, soppressioni e riduzione delle carrozze mentre la tessera regionale copre un percorso massimo di 100 chilometri al costo di 150 euro annui oltre all'abbonamento ordinario mensile. Ma chi deve percorrere un tragitto che superi anche di poco i 100 chilometri deve pagare addirittura 250 euro". Dal canto suo, Vesco rimanda le accuse al mittente, rivendicando come la Liguria, dopo un lungo braccio di ferro con Trenitalia, sia l’unica regione ad aver ottenuto un bonus per i pendolari: "La colpa, se mai -ribatte-, è del governo che è totalmente assente dalle politiche del trasporto ferroviario. Le risorse che avevamo chiesto sono inferiori alle aspettative e non è stata impedita la divisione delle tariffe applicata da Trenitalia. Quanto alla vituperata tessera, è quanto di meglio si potesse fare per ridurre l'esborso da parte dei pendolari per sottoscrivere gli abbonamenti".
Intanto ieri il presidente della Regione Burlando ha incontrato l'Amministratore delegato di Trenitalia Mauro Moretti protestando perché con il nuovo orario ferroviario sono state soppresse due carrozze all'intercity 504 'Livorno-Milano' che raccoglie moltissimi pendolari nella nostra regione. Moretti si è impegnato a verificare il problema mentre invece ha assicurato che entro poche settimane partiranno i lavori per risagomare le gallerie nel levante ligure in modo che possano essere utilizzate dai nuovi treni comprati dalla Regione che a causa delle loro dimensioni, maggiori rispetto ai normali convogli, erano costretti a fermarsi a Sestri Levante.