E così , anche al mio amico ‘macchinetta’ è toccato di essere allontanato da galleria Mazzini, nel pieno centro di Genova, in applicazione dell’ordinanza sul decoro voluta dal sindaco. Dico ‘amico’ senza essere proprio sicuro della reciprocità di questo sentimento, ma sentendomi tale per quel che mi riguarda. Basta, ogni volta che ci incrociamo, quel segno impercettibile di riconoscimento, spero di simpatia. ‘Macchinetta’ non è una semplice, innocua macchietta. Il suo rap surreale fa paura a molti, che se ne sentono svelati senza pietà nei tic , nell’esibizionismo, nella comune volgarità . Prima di passargli davanti, anch’io cerco di dare un’occhiata al mio atteggiamento.
Non dimentico la gag del telefonino, di cui sono stato vittima. E quella della signora che fa shopping nel salotto buono della città, o il verso fatto al professionista che sembra un manichino di Berti. Le associazioni surreali, la sprezzatura quasi elegante dell’abito e dell’atteggiamento fanno di lui un vero signore, un po’ snob, uno dei pochi tra quanti ‘abitano’ Galleria Mazzini.
Per questo , forse, ne è stato allontanato d’autorità. Sembrava una specie di miracolo che non fosse ancora accaduto. La collettività -con pazienza e bonomia- accettava il fool, il buffone che la metteva alla berlina. Questo pareva straordinario, un segno tra i pochi della capacità genovese di sor-ridere di se stessi o lasciare che qualcuno, amabilmente folle, lo faccia. Ora non mi stupisce che ‘macchinetta’ sia stato cacciato dal Tempio.
Mi stupisce solo che sia avvenuto in nome di quel decoro del quale, paradossalmente ma non troppo, è rimasto uno dei pochi esempi: voce che si leva all’improvviso da un gradino o dall’atrio di un portone, facendoci sobbalzare ma, al tempo stesso, richiamandoci al dovere di essere seri: di fuori e di dentro, come recita la pubblicità di un celebre lassativo.
Scorbutico ma non ostile, dimesso e mai in disordine, a volte gentile e stranamente silenzioso, vorremmo poter contare ancora sulla sua presenza così ‘fuori luogo’ tra le vetrine scintillanti e i solenni, un po’ tetri portoni di Galleria Mazzini. Quando torneremo a sentire la sua voce in falsetto, nell’intraprendere l’attraversamento del Tempio? Sino ad allora, qualcuno di noi dovrebbe provare a sostituirlo. La tentazione è forte. La polizia del decoro ci impedisce di cedervi.
IL COMMENTO
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