Non sono cento rimbecilliti nostalgici quelli che hanno firmato l’appello lanciato per riportare viale Brigate Partigiane all’originario aspetto, cioè con l’aiuola verde centrale. Toglierla per farci passare velocemente gli autobus sarebbe come offendere le idee del progettista che si chiamava Marcello Piacentini ed è stato uno dei massimi esponenti dell’architettura razionalista, quello che disegnò piazza della Vittoria e il grattacielo dell’Orologio dove noi lavoriamo (Primocanale ha redazione, uffici e studi in cima all’edificio) godendo della sua genialità. Purtroppo nel passato della nostra città ci sono troppi esempi di distruzioni concesse con estrema leggerezza. Dalla casa natale di Niccolò Paganini, demolita in una notte tempestosa per fare posto agli orrori dei giardini di plastica e delle costruzioni senz’anima che li sovrastano, al mercato dei Fiori a fianco alla vecchia Corte Lambruschini, dalla colorita via Madre di Dio al quartiere di Piccapietra, senza dimenticare (potrà sembrare poca cosa) i meravigliosi lampioni azzurri che illuminavano corso Italia. Salvare, vuol dire avere rispetto del passato. E il rispetto delle cose belle di un tempo può servire anche a pensare bene alle cose del futuro.
Cronaca
Il bello del passato
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