La fuga di molti liguri verso cliniche private convenzionate di regioni confinanti (in particolare il basso Piemonte) impone da parte dei politici regionali una scelta forte, tale da bloccare queste emigrazioni sanitarie che gravano poi pesantemente sui bilanci regionali.
Vanno a farsi curare e operare fuori Liguria perché là trovano alcune grandi firme della medicina, nate e cresciute in Liguria, poi in un ricco esilio soprattutto per allettanti prospettive di guadagno. Una scelta da parte di questi professionisti giustificata che, però, danneggia pesantemente la sanità della nostra Regione.
Perché, dunque, non dare la possibilità a questi medici,così ricercati dai pazienti per le loro indubbie capacità, di lavorare in Liguria? Certo da noi c’è una indicazione politica precisa e assolutamente corretta: dare prevalenza alla sanità pubblica. Ma se alla fine non si riesce in altra maniera a ovviare a queste fughe, per colpa di una organizzazione sanitaria nazionale che non è ancora riuscita a soddisfare l’esigenza dei medici e assicurare la scelta dei pazienti, perché la regione Liguria non individua alcune strutture, le convenziona, le controlla rigorosamente e ci fa lavorare all’interno i suoi super-medici che, altrimenti, oltre Appennino trovano case di salute pronte ad accoglierli e carovane di pazienti liguri pronti a seguirli? E tutto sulle spalle del contribuente ligure? Ostinarsi in un atteggiamento ideologicamente anti-.privato convenzionato è darsi una martellate dove non si deve. I costi sono gli stessi (se non più alti) con molti svantaggi per i cittadini e per la qualità della nostra sanità.
IL COMMENTO
Come si controllano le acque superficiali in Liguria
Che tristezza la politica che non vuole la sanità