Cronaca
Genova-Rotterdam, nuova alleanza
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Creare un linguaggio comune tra i porti di Genova e Rotterdam, che saranno i due terminali del futuro corridoio europeo 24. E' stato questo il senso della collaborazione che si è stretta tra i due scali marittimi e che ha portato all'elaborazione di un'indagine congiunta, al termine della visita della delegazione olandese nella sede dell'autorità portuale di Genova. I due porti hanno molte caratteristiche in comune: entrambi, infatti sono "multi gateway port" con una funzione di nodo multimodale ma con alcune differenze sostanziali, a partire dai traffici (Rotterdam movimenta circa 10 milioni di container contro l'1,5 di Genova), passando dalla governance dei controlli per arrivare al modo di concepire le tasse portuali o, ancora, ad una diversa filosofia nei controlli. "Molto importante - ha spiegato Gerard Van Hasselt, che ha curato lo studio - il ruolo di Rivalta, un esempio della modernizzazione del porto di Genova che può essere un utile esempio anche per Rotterdam. Oggi le differenze sono molte tra i due scali: Rotterdam, soprattutto, è meglio organizzata nelle procedure. Le navi arrivano in porto e trovano procedure veloci, più organizzate mentre a Genova c'é ancora troppa burocrazia". Un canale di comunicazione molto innovativo, sopratutto dal punto di vista culturale, quello che si è aperto tra i due porti. "Il Corridoio 24 - ha spiegato Luigi Merlo, Presidente dell'Autorità Portuale di Genova - non è solo un elemento infrastrutturale ma una dimensione europea trasportistica e questo lavoro comune ha un grande valore per dimostrare all'intero paese che la portualità italiana deve fare passi di grande cambiamento se vuole essere competitiva sul mercato. Sono state analizzate in maniera capillare tutte le nostre procedure, abbiamo fatto i riscontri di quelle che sono le grandi differenze tra le due realtà, e abbiamo trovato la disponibilità di Rotterdam a collaborare per renderle il più possibile omogenee". Adesso il porto di Genova partirà con le cose che si possono fare attraverso scelte volontarie, visto che dal punto di vista operativo è più facile attuare qualche cambiamento senza uscire dall'attuale normativa ma questo strumento sarà molto utile per dimostrare le possibilità di crescita della competitività dello scalo. "L'obiettivo finale - ha aggiunto Merlo - è quello di servire entrambi lo stesso mercato. Oggi Rotterdam è già un porto-corridoio che serve gran oparte dell'Europa, noi siamo ancora un regional port con destinazione finale limitata, loro sono disponibili ad aiutarci nella crescita ma, per fare ciò, è necessario che ognuno faccia la propria parte".
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