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La risposta è chiara e chiude, anzi forse riapre, l'eterna polemica in casa Samp. "Non volevo essere ceduto. Se devo passare da capro espiatorio mi sta bene, ma sia la gente che il presidente sanno come sono andate le cose". Firmato Giampaolo Pazzini, che sulle righe del Corriere della Sera per la prima volta ribatte a Garrone sulla vicenda relativa al suo approdo all'Inter. Una versione opposta a quella del patron blucerchiato, che nel continuo botta e risposta torna pure lui sui retroscena della cessione: "Pazzini voleva essere ceduto, mentre la storia di Cassano è già nota a tutti". Ferite dunque non ancora rimarginate, con il futuro blucerchiato che però incombe pericoloso: "La ricetta salvezza? Vincere gli scontri diretti, a partire da quello di Catania". Mentre Cavasin alla Borghesiana torchia la sua nuova Samp, da Siracusa il presidente Garrone torna a parlare del momento delicato che avvolge l'ambiente doriano. "Tre punti in Sicilia, poi in casa col Parma e dopo la pausa a Verona contro il Chievo": la medicina migliore, e senza dubbio un po' troppo ottimistica, per Garrone sarebbe proprio questa, alla vigilia di una gara al "Massimino" che si preannuncia infuocata. Siciliani contestati in settimana, Samp in ritiro per allontanarsi dalle difficoltà e dalle polemiche, sulle quali però il patron torna per fare chiarezza: "Quando ci sono i problemi si cercano le migliori soluzioni - dice Garrone, che aggiunge - ora dobbiamo vincere". Come dire: punto e basta, perché la Samp, prosegue il presidente: "Non avrà più il formidabile attacco Cassano-Pazzini, ma dispone di buoni giocatori che possono farla uscire da questa brutta situazione". E l'occasione è utile anche per parlare del presente, con Mario Beretta, passato a Unicredit, che è ormai l'ex presidente della Lega Serie A; sul possibile ritorno al timone di Franco Carraro, Garrone è chiaro: "Si tratta di una soluzione improponibile. Lui ha una storia che ancora si ricorda, quindi ci mancherebbe altro". Il presidente blucerchiato poi conclude: "Occorrerà pensare a un buon manager, che abbia grandi capacità e sia indipendente rispetto agli associati". Occhi al presente e al futuro dunque, operazione obbligatoria anche in casa Samp, con lo stesso Cavasin che ha sottolineato la necessità di non perdere ulteriore tempo nella corsa salvezza. Perché il paradiso, quello sì, è davvero troppo lontano. Ma con una vittoria in Sicilia i blucerchiati sarebbero di sicuro un po' più in purgatorio e un po' meno all'inferno.